domenica

Appunti di viaggio: Da Villa Chiavenna al Malinone

Partenza puntuale addirittura con qualche minuto di anticipo, Chenio è arrivato x ultimo e dopo sollecitazione citofonica. Viaggio tranquillo con la trekmobile, il navigatore ci accompagna con una voce fredda da Sir inglese al posto della vogliosa a cui c’eravamo abituati nei viaggi precedenti. Dopo le numerose gallerie lungo il lago di Como sponda Manzoniana, tocchiamo Colico e proseguiamo verso nord. Sosta caffè al bar di nostra conoscenza a Novate Mezzola

arrivo a Chiavenna e da lì a Villa Chiavenna, dal finestrino il paesaggio ci riserva piacevoli visioni

Chiediamo informazioni ai soliti vecchietti della domenica messi li apposta che ci mandano in Svizzera poi precisato che siamo li per fare Trekking ci danno della informazioni utili ma che ignoriamo. Proseguendo verso il confine elvetico troviamo un cartello che indica il percorso per il Malinone e quindi senza esitare parcheggiamo. Dopo un po’ di discussioni sul da farsi chiediamo info ad un abitante del luogo che ci conferma la strada avvisandoci però che ‘le dura’. Troviamo l’imbocco del sentiero e inizia la salita subito tosta, più che interminabile mulattiera ci troviamo davanti gli interminabili gradoni.

Qualche centinaia di gradoni dopo giungiamo a un ponticello in legno su un ruscello a da li la salita è meno impegnativa. Il paesaggio comincia a cambiare, incontriamo i primi alpeggi con le caratteristiche stalle in pietra.

Arriviamo all'alpeggio che ospita la tanto declamata da Chenio, "Caserma della Guardia di Finanza" e li ci dedichiamo alle foto di rito ignorando sotto i nostri occhi i segnavia che ci indicano di salire ancora.

Proseguiamo invece orizzontalmente e solo dopo che Chenio leggendo in continuazione le indicazioni continuava a sbraitare e scuotere le testa decidiamo di tornare indietro. Per fortuna ci vengono incontro 2 persone, un uomo con un ragazzo che benché svizzeri ci indicano la strada. Si sale ancora e sempre gradoni, arriviamo ad un'altro alpeggio disturbandone i leggittimi abitantanti.

Qui ancora una volta non vediamo i segnavia e ci ritroviamo in un vicolo cieco, proviamo a destra poi a sinistra, niente, torniamo indietro dove ci accorgiamo da soli del maledetto segno. Si sale ancora, i nostri errori ci hanno fatto bruciare quasi un'ora di tempo per cui dopo altri gradoni siamo stanchi e affamati incontriamo altre piccole casette in pietra e decidiamo quindi di fermarci e mangiare.
La discesa e rapida e questa volta non abbiamo problemi a trovare la strada. Poco prima del parcheggio ritroviamo 'Tigre' il micio del tizio che ci dato informazioni all'inizio del percorso

Prendiamo la macchina e andiamo in direzione della Svizzera, giungiamo alla vecchia dogana dove si vede la vecchia strada lungo il confine chiusa ( è stata realizzata una nuova dogana poco + in basso)


e da qui parte un sentiero probabilmente più agevole sempre per il Malinone, sentiero che i 2 vecchietti la mattina ci hanno indicato e che noi abbiamo ignorato. Ritorno con traffico difficoltoso e con un suggestivo tramonto vista tangenziale ...



giovedì

21 Ottobre : L’interminabile mulattiera - Villa di Chiavenna, Frazione Dogana – Val Bregaglia Malinone




Appuntamento
: Sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ alle ore 08:30 ( x info mail al ‘GRANDE CHENIO’ )
Andata: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Pranzo: Al sacco
Difficoltà: E (Escursionistica) - sentiero facile ma con un consistente dislivello: 1300 m circa
Tempo di Percorrenza: 3-4 ore
Itinerario:
La partenza del sentiero è poco visibile e si trova sulla destra di un fienile dalle pareti superiori in legno nei cui pressi si trova anche una fontana (cartellino indicatore). Si entra nel viottolo che fiancheggia, a destra, il fienile oppure si prende la stradina che aggira l'edifico, a sinistra, portandosi a monte di esso sotto una minuscola parete rocciosa. Si piega a destra e, dopo un breve tratto, inizia il sentiero che lambendo un prato entra nel bosco e poco dopo sbuca presso le graziose abitazioni di Pian Quartino. A questo punto il percorso inizia ad inerpicarsi sulle ripide pareti della montagna fra roccioni affioranti e boschi, Una interminabile serie di gradini ottenuti da lastre di pietra, a volte enormi, permette di guadagnare quota velocemente. Verso Est si apre la Val Bregaglia ed è ben visibile di fronte a noi l'abitato di Soglio. La lunga ginnastica termina sul ridente e verdeggiante spalto di Somasaccia 1029 m, occupato da vecchie baite e fienili con qualche concessione alla modernità che, forse, si poteva evitare. Prendendo a destra (cartelli) si raggiunge una baita al limite superiore dei prati e si rientra nel bosco per poi tornare allo scoperto sullo spalto prativo dove sorge una vecchia caserma della Guardia di Finanza. Fiancheggiata la caserma la si aggira a monte e si obliqua a sinistra lambendo le costruzioni, praticamente gemelle, di due fienili. Poco oltre si devia ancora a destra (indicazioni su una roccia affiorante dal prato) e, poco dopo, si sbuca sui prati di Ragone 1294 m. Il sentiero piega a destra, poi passa fra alcune baite semi diroccate e riprende ripido alle loro spalle obliquando dapprima verso Est. Con una serie di tornanti si raggiunge un'altra baita dalla quale la salita continua diretta ripidissima (il sentiero originale compie alcuni larghi tornanti, ma è parzialmente invaso dalla vegetazione) fino ad una grossa betulla. Un'altra serie di gradini porta ai margini inferiori dei prati di Preginal che si tagliano con un lungo diagonale verso sinistra per entrare nel bosco dove cominciano a comparire i primi abeti. Questo tratto termina con una magnifica gradinata di grandi lastre lapidee che porta ad un altro spazio prativo con alcune baite, da dove si piega nuovamente a destra lungo la massima pendenza. Si rientra nel bosco e, con ripido tracciato, si guadagna quota mentre in alto, molto in alto, compaiono le ordinate baite di Sciucco. Poco dopo s'incontra un bivio in corrispondenza del quale si deve deviare a destra e, sempre con ripidissimo tracciato, si prosegue fino al limite inferiore dei prato di Malinone. Ancora un piccolo sforzo ed eccoci fra le baite di questo grande alpeggio in buona parte abbandonato. Dalle baite, deviando a destra, si raggiunge in breve un bel poggio panoramico da dove si gode una splendida vista sulla Val Bregaglia e sul gruppo Badile-Cengalo.
Per il ritorno consigliamo di prendere il sentiero che, da Malinone, taglia in piano fino al vicino gruppo di baite di Sciucco dopo aver traversato un valloncello con acqua. Da qui si scende verso destra tornando al bivio lasciato in precedenza.

http://www.popso.it/selettore.php?idCat=127&idGer=9&idRec=3125&cdOp=estrazioneGerarchiaContenuto

Meteo:

http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm

lunedì

14 Ottobre 2007 - Da Canzo a Civate




20071014_canzo_civate


Breve riassunto del fine settimana: Mario ci da forfait venerdì sera alle 20:00; febbre a 38° e mal di gola!

A quel punto siamo nelle palte, infatti la gita in programma prevedeva l'utilizzo della Trek Mobile ed il punto di partenza non è raggiungibile col treno. http://egctc.blogspot.com/2007/10/14-ottobre-linterminabile-mulattiera.html

Ci sentiamo con Ciccio, e cerchiamo di organizzare qualcosa di alternativo. Purtroppo tutti i dati relativi a gite, appunti etc li avevo memorizzati sul pc dell'ufficio, e, nemmeno a farlo apposta quello di casa in questo periodo è out. Allora, cerco di andare a memoria, e propongo questo percorso: Canzo, Monte Cornizzolo, Rifugio SEC, San Pietro al Monte,Civate. Dico a Ciccio di provare a mettere giù un percorso ma, visto che è innamorato o in ufficio lo fanno disperare, non si ricorda nulla.

Tagliamo la testa al toro e decidiamo di vederci in Cadorna alle ore 08:40 e poi via per l'avventura. All'appuntamento Ciccio si presenta col libretto dei rifugi e, come a scuola, cerca di far vedere di aver studiato qualcosa, ma con scarsi risultati. Alla fine decidiamo per la gita di cui sopra, Stazione Cadorna piena di gruppi con zainetti sulle spalle e scarponcini da trekking ai piedi, salivano su tutti i treni in partenza, gruppi verso Gemonio per castagnate e uno con tanto di suorine in testa per Canzo, da citare sul treno anche gruppi di due / quattro persone attrezzatissimi e con giornale al seguito, sembravano più pronti per andare in ufficio che a trascorrere una giornata in montagna!

Viaggio per Canzo tranquillo con cicaleccio in sottofondo e studio del nuovo 'mostro' tecnologico acquistato da Ciccio venerdì scorso. Ma di questo vi parlerà lui, prima o poi, io non dico nulla! Scendiamo a Canzo con le suorine ed una torma di ragazzini con genitori al seguito, gruppetti di vecchi e giovani escursionisiti e prendiamo la strada per il Monte Cornizzolo, rifugio S.E.C. (Marisa Consiglieri) , San Pietro al Monte, Civate. La prima parte la strada la percorriamo con i vari gruppi di gitanti e ci superiamo a vicenda, il gruppone con le suorine ed i bambini riusciamo a distanziarli al primo bar, dove loro si fermano per fare merenda, mentre gli altri li lasciamo indietro una volta che imbocchiamo il sentiero per il Monte Cornizzolo, si vede che è poco amato dai nostri compagni di avventura. Saliamo all'inizio per un sentiero tra alberi di castagno e con ampie giravolte arriviamo ad una radura dove il panorama cambia, adesso ci accompagnano dei lecci e betulle, procediamo piano piano e raggiungiamo un balcone che si apre sul lago di Segrino e di Civate sulla sinistra, mente vediamo la cittadina di Canzo stendersi placidamente sulla destra. Siamo al bivio per Eupilio procediamo verso un altro balcone dove troviamo il cartello per il Monte Cornizzolo dato a 15', ormai è fatta. Da questo punto erta finale bella 'in piedi' e alla colma traggiungiamo la cima del Cornizzolo dove è dislocata una grande Croce con i vari cartelli di rito, siamo a 1240 metri sul livello del mare, quindi i nostri mille metri di dislivello li abbiamo fatti anche questa domenica. Panoramo bello, peccato una intensa nebbia che ci oscura i Corni di canzo ed il Monte Rai, vediamo solo la valle e, subito sotto di noi, il bianco rifugio S.E.C.Sulla vetta, Ciccio importuna due ragazzine con la solita scusa della foto, usa anche il vecchio trucco di lasciare per terra il libretto dei rifugi con l'intento di farsi richiamare dalle ragazzine, ma queste dopo lo scatto e la riconsegna del libretto, fuggono di gran carriera. Rimangono solo tre gitanti di Inverigo che ci raccontano le loro vicissitudini abitative e familiari, prima a Milano poi in Brianza etc; noi diciamo di avere un collega di Inverigo e loro affermano di conoscerlo, come è piccolo il mondo! Ci salutiamo e ci diamo appuntamento al Rifugio. Scendiamo ed entriamo, Ciccio fa melina e tituba, se prendere da mangiare o consumare i panini, io dico che vale la pena sentire cosa c'è di buono.http://www.rifugi-bivacchi.com/rifugio.cfm?id=217

La situazione contingente ci mette tutti d'accordo, il pasto viene servito alle 12:30, ed è finito tutto, possono darci solo panini! Evvai mai una gioia, contrattiamo un mezzo di rosso e due caffè, in questo modo ci abbuonano l'euro che viene richiesto a chi consuma il pranzo al sacco all'interno del rifugio, alla faccia di babilonia e di tutti i babilonesi! Mangiamo su un tavolaccio ed attorno a noi ci sono molti escursionisti in avanti con l'età, che dopo aver mangiato si mettono a giocare a carte, che tempi mi sembra di essere tornato indietro nel tempo! Dopo un po' ci prepariamo ed usciamo per concludere il percorso, rintracciamo il nostro sentiero, che dovrebbe essere il nr. 10, verso San Pietro al Monte e poi il paese di Civate. Dopo un po' troviamo il cartello indicatore con il nr. 11 ed indicazione Civate, ci viene un piccolo dubbio, ma proseguiamo imperterriti, tanto dobbiamo scendere. Ad un certo punto vediamo il complesso monastico sopra di noi; conveniamo che abbiamo sbagliato sentiero, ma non riusciamo a capire dove sia avvenuto l'errore, ci penseremo dopo.

Per non sapere ne leggere ne scrivere, facciamo una cosa che non si dovrebbe mai fare, abbandoniamo il sentiero e ci inoltriamo nel bosco, fortunatamente dopo un po' troviamo un altro sentiero che sale, e riprendiamo la strada per la Chiesa.A ppena giunti, scorgiamo il cartello del seniero nr. 10 per il Monte Cornizzolo, evvai, anche questa volta abbiamo percorso un sentiero diverso! Entriamo nel prato del complesso e troviamo gruppi e gruppi di adulti e bambini, infatti la meta di San Pietro è nota per questo genere di frequentatori :)(Angelolinsubrico , per cortesia non commentare )

Visitiamo la Chiesa, http://www.amicidisanpietro.it/ guidati da un volontario, che ci spiega approfonditamente ogni ambiente e ci fa visitare anche l'edificio posto al di fuori del complesso. Alla fine della visita prendiamo la mulattiera e scendiamo a valle, incontriamo la fine/inizio del sentiero nr. 11, quello che avevamo lasciato in precedenza e cerchiamo di raggiungere la stazione di Civate. Sulla vecchia provinciale vediamo una fermata dell'autobus, e leggiamo che 'l'accesso alla vettura è consentito solo a passeggeri muniti di biglietto acquistato a terra'; in altre parole ' i biglietti prima', come aveva detto il nostro amico di Faggeto Lario! Corsi e ricorsi storici! Abbandoniamo l'idea dell'autobus e andiamo diretti alla stazione di Civate, sperando nel treno, da notare che non abbiamo potuto verificare gli orari prima di partire. Qui, ambiente a dire poco decadente, senza nemmeno un orario aggiornato, troviamo una bacheca con l'orario dal 10 dicembre 2006 al 9 giugno 2007! Teniamo duro, cerchiamo di interpretarlo e troviamo un'unica possibilità di uscita dalla situazione in cui siamo, un treno alle 18:29 per Lecco, l'unico che risulta circolante nei festivi, gli altri 'NON CIRCOLANO NEI GIORNI FESTIVI'! Siamo molto perplessi, cerchiamo di raggiungere Mario ed il fratello di Ciccio tramite SMS per farci controllare su internet l'orario corrente, ma non abbiamo fortuna. Alle 18:25 , il segnale rosso in direzione Lecco, comincia a lampeggiare, avviso subito Ciccio e tutti e due speriamo, nel profondo dei nostri cuoricini, che sia il segnale dell'arrivo del treno. Infatti eccolo apparire in lontananza, lo sentiamo fischiare allegramente annunciando il suo arrivo! Che gioia, vederlo, sentirlo arrivare e captare il cigolio dei freni sulle rotaie, che poesia!




P.S.1 Colgo adesso il passo di Robinson Crouse quando vede in lontananza la nave che accosta all'isola in cui risiede da lungo tempo! Bene, via verso Lecco, senza biglietto, e dove mai avremmo potuto comprarlo? Il nostro senso civico ci spinge a cercare un controllore, di cui non troviamo nemmeno l'ombra, a questo punto aspettiamo il termine del viaggio, l'arrivo nella stazione di Lecco e la coincidenza per Milano. A Lecco ci procuriamo il biglietto e ci mettiamo sul marciapiede in attesa della coincidenza. Nemmeno a farlo apposta, al sopraggiungere del treno, pieno all'inverosilmile di gitanti e pedolari settimanali, da un finestrino mi sento chiamare, è Barbara che rientra a Milano con la pupa, la raggiungiamo e facciamo il viaggio in compagnia! Il mondo è proprio piccolo! A questo punto finisce l'avventura, alla prossima! ciao!




P.S.2: Ciccio e' proprio innamorato... l'album fotografico di questa gita ha come titolo "Da Chiasso a Civate". Pensava di essere in Svizzera...





martedì

7 Ottobre 2007 - Appunti di Viaggio: Alta Via Lariana

20071007_moltrasio_bugone

Per questa volta dovete portare pazienza, e per ben due motivi:

1. il capo blog si e' dato alla macchia, per cui per la prima volta pubblico io gli appunti di viaggio.

2. non ho partecipato alla gita!

E ora veniamo alla cronaca della giornata (a cura del Grande Chenio).

Domenica 20071007
Andiamo per ordine, escursione organizzata un po' all'ultimo momento, ma tutto sommato riuscita bene! Recuperiamo una proposta di trek su internet e partiamo per l'avventura.Treno delle Nord e battello.
La giornata incomincia in un modo strano, alla biglietteria di Cadorna chiediamo il biglietto Milano - Moltrasio A/R; la cassiera risponde laconica: 'Non lo raggiungiamo'. Ciccio, ripete, Milano - Moltrasio A/R, nel senso Treno fino a Como e battello per Moltrasio. La cassiera risponde laconica: 'Allora dovete andare a Como!' Ciccio, qui perde le staffe.

Apro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Chiudo la parente.

Dopo una discussione di 10' con la cassiera con Ciccio che le spiega il regolamento delle Ferrovie Nord e tutte le combinazioni di biglietti che abbiamo richiesto negli ultimi due anni, decidiamo di fare il biglietto A/R per Como e di acquistare il biglietto per il battello all'imbarcadero di Como!A Bovisa, troviamo Ilmioamicochiassoso e Antonelladilorenzo che si aggiungono a noi, a questo punto siamo al completo.
Devo dire, per onere di cronaca, che Rosa alle 07:15 ha dato forfait accusando un mal di schiena, quindi lei e Pablo non saranno della partita.All'imbarcadero troviamo un gruppo di 15/20 persone con tanto di guida che prendono il battello per Torno, il gruppo è vario e chiedo alla guida il loro itinerario: Torno, Palanzone,Pognana Lario. Lo memorizzo, potrebbe tornarci utile per un prossimo futuro. Durante la navigazione Ciccio si studia l'orario della Navigazione Governativa Laghi, e commenta e ci domanda quale dovrebbe essere la differnza tra battello, traghetto e servizio veloce. Alla fine decidiamo che sul lago ci sono battellitraghettinatantinavette che effettuano il servizio di navigazione e che non c'è nessun legame tra corse,natanti ed orari. Secondo me è più facile per Prodi mettere d'accordo la sua coalizione che risolvere questo quesito!

Riapro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Richiudo la parente.

Arriviamo a Moltrasio, appena sbarcati scorgiamo un bellissimo bar fornito di splendide torte, qualcuno ne approfitta a mani basse, ed ho detto tutto!Studiamo una cartina e partiamo per la gita. In modo abbastanza facile troviamo la nostra mulattiera e la percorriamo senza intoppi fino al cimitero di Urio da dove inizia la salita, ciumbia come la rampa!Si sale piano piano, ma alla fine raggiungiamo il bel paese di Monti di Urio, molto carino ed ordinato e in lontananza ne vediamo un altro di cui non sappiamo il nome, lavoro per Ciccio e Google earth (http://earth.google.com/intl/it/).
Chiediamo ad un 'indigeno' la strada ed il tempo per il Rifugio Bugone (http://www.sistemalagodicomo.it/rifugi.php?id=1), che Ciccio ed io conosciamo bene, e riprendiamo senza indugio il percorso, molto bello in questo tratto, si passa un prestigioso castagneto secolare, poi si riprende la salita con la mulattiera. Giungiamo alla fine al rifugio Bugone, che delusione, è chiuso, i gestori sono a Rovenna per una sagra, peccato già mi prefiguravo il mezzo di rosso e torta di mele come dessert, sarà per la prossima volta. Consumiamo il pranzo al sacco sui tavolini con vista lago, nel periodo di sosta siamo raggiunti da due distinti gruppi di MTB tutti e due forti di sette unità, tutti formati da persone di lingua tedesca e con presenze sia femminili che maschili, questi svizzeri sono di un'altra razza!Scattiamo delle foto al panorama e nel frattempo si avvicina una Losanna con annesso ragazzo di lingua tedesca, che cortesemente ci chiede se voglimao una foto di gruppo, e velocemente ce la scatta. Pensierino, rideva come launzinker in striscia la notizia e redarguiva il fidanzatodi linguatedesca come una napoletana, ormai le donne si sono proprio emancipate! Dopo queste considerazioni spicciole riprendo il racconto e chiudo il pensierino. Piccolo consulto se prendere la mulattiera sotto iò faggio oppure seguire le indicazioni prese su internet, alla fine decidiamo per la seconda ipotesi. Si scende per la mulattiera, ripassiamo presso il castagneto e poi prendiamo per il borgo di Monti Liscione, del tutto simile al gruppo di case attraversate in salita.
La mulattiera ci porta a Moltrasio in breve tempo senza scossoni, al paese veniamo fermati da un moltrasino che in breve ci attacca un bottone raccontandoci tutte le sue attività e la sua organizzazione giornaliera, cogliamo l'occasione per chiedere informazioni sul clima e sulle attività lavorative di Moltrasio, l'unica cosa che dimentichiamo è quella di chiedere se ci siano case/appartamenti in vendita, il posto è veramente bello. Caffè di mezzo pomeriggio e poi bivacchiamo nella sala di attesa dell'imbarcadero, dove Ciccio si studia tutto il prospetto prezzi della Navigazione Governativa Laghi, noi abbiamo dei mancamenti e dei giramenti di testa, ripeto quanto detto supra.

Triapro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Trichiudo la parente.

Viaggio tranquillo sul battello/traghetto/natante/zattera/barca fino a Como, dove all'ingresso del Porto rischiamo di speronare un pedalò, per fortuna lo schiviamo, tutto va per il meglio.Scendiamo a terra e ci gingilliamo per Como, poi stazione e viaggio di ritorno per Milano.Tutto sommato una bella gita, a mio avviso congiungerei in un giorno le due effettuate precedentemente e per la precisone:partendo da Cernobbio (vedi http://egctc.blogspot.com/2007/09/appunti-di-viaggio-cernobbio-cernobbio.html ), tappa al Rifugio Bugone e poi discesa per Moltrasio (vedi http://egctc.blogspot.com/2007/10/7-ottobre-trekking-moltrasio-monti-di.html), sarà per un'altra volta.

venerdì

7 Ottobre: Trekking Moltrasio, Monti di Urio, Monti di Liscione sull'Alta Via dei Monti Lariani

Ritrovo: Biglietteria Stazione Nord Cadorna h 8:45
Andata:
Treno - Milano 09:00 Como 09:55
Battello - Como 10:15 Moltrasio 10:39
Ritorno:
Battello Moltrasio 17:39 18.09 18.18 Como 18.08 18.30 18.42
Treno Como - Milano
18:16 19:19
18:46 19:49
19:16 20:19
19:46 20:49
20:16 21:19

Vitto: Pranzo al sacco con i propri viveri, a meno che Rosa non trovi rifugi etc.
Difficoltà: Facile e fattibile tutto l'anno, tempo totale di cammino: 3 ore in tutto, dislivello complessivo: circa 500 m.:

Una volta a Montrasio sul lato opposto della farmacia ecco la scalinata che inizia la salita. Superiamo la piazza di Tosnacco e al bivio prendiamo a destra: indicazione strada panoramica per Urio e Carate . Comoda pianeggiante strada pedonale lastricata. Dieci minuti e arriviamo al cimiterino di Carate Urio. Qui a sinistra bella mulattiera subito in ripida pendenza, ma proprio ripida. Porta ai Monti di Urio, prendiamola. Il sentiero si affaccia su un vallone piuttosto angusto (valle di Urio) e sopra le nostre teste si deliena sul crinale la minuscola sagoma rettangolare del Rifugio Murelli, sembra già a portata di mano, ma è un inganno della prospettiva. Tutt'intorno campetti terrazzati, ora invasi dal bosco e muretti in rovina, segni del tempo in cui tutti questi monti erano fittamente coltivati. Siamo in vista del piccolo borgo dei Monti di Urio. Graziose baite rimesse a posto, vista spettacolare sul lago. Nel centro del paese freccia indicante 'sentiero non facile per i Monti di Carate': lasciamo perdere; qualche metro più avanti altra piazzettina con cabina telefonica: a destra freccia per Rifugio Murelli, a sinistra Rifugio Bugone / Monti Liscione / fonte. Finalmente si cammina in piano, maestosi i castagni secolari, ma spogli, dovremo tornare in primavera. Eccoci al borgo di Liscione (altitudine 700). Mi piace tantissimo questo villaggio, anche in una giornata come questa. Inizia la discesa per Moltrasio, stiamo facendo in pratica un percorso ad anello; la mulattiera va giù giù giù (foto 4), un tornante dopo l'altro, se prima ansimavo adesso sono le gambe e le ginocchia a faticare. Ai lati discrete formelle in terracotta scandiscono le diverse stazioni della via crucis.

Meteo
Stato del cielo: su tutta la regione irregolarmente nuvoloso con annuvolamenti più probabili su alta pianura e Prealpi. Dal pomeriggio nuvolosità in generale diminuzione.
Precipitazioni: fino al mattino deboli residue sui rilievi prealpini.
Temperature: minime in leggero calo, massime sazionarie o in leggero calo. In pianura minime intorno a 12 °C, massime intorno a 21 °C.
Zero termico: a circa 3300 metri, in leggera risalita fino a 3500 metri.
Venti: in pianura deboli di direzione variabile. In montagna deboli o moderati settentrionali, in attenuazione.
Altri fenomeni: nella notte e al primo mattino possibili banchi di nebbia su pianura e fondivalle

http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
http://www.passolento.it/schede_gite/carate.htm

giovedì

Appunti di viaggio: Bassa Val Codera

Ok, questa settimana il redattore capo dice che 'laùra' e non può stendere i famosi 'appunti di viaggio', a questo punto, indegnamente, mi cimento io!
Un piccolo antefatto.
Dovete sapere che qualche tempo fa, avevo chiesto qualche suggerimento per delle gite trekking al mio amico 'Angelolinsubrico'.
I suoi preziosi consigli, gite con levata alle 5,30 e con almeno 2000 metri di dislivello o a 200/300 km da Milano, sono state riposte nel profondo dei nostri cuoricini.
Il suggerimento, più vicino alle nostre specifiche, è stato quello della Val Codera, che decidiamo di affrontare.
Chiaramente il percorso da noi selezionato, Bassa Val Codera, non incontra l'approvazione di 'Angelolinsubrico', che esprime tutto il suo disappunto in una mail dai contenuti forti!
Ma non importa, si parte!
Sono pronto all'appuntamento, la strada è bagnata per una pioggerellina notturna, ma non trovo nessun messaggio sul cellulare, allora si parte davvero!
All'ora prevista, ci siamo tutti, Mario, Lorimer e Ciccio, prendiamo posto sulla Trek Mobile e via per l'avventura, alla faccia di 'Angelolinsubrico'!
Viaggio tranquillo, lungo la strada finalmente Ciccio vede il treno delle 8,15 che parte dalla Centrale per Sondrio, una piacevole scoperta!
Bene, caffè al bar di Novate Mezzola, i tavolini sono tutti occupati da pensionati che chiacchierano amabilmente, che civiltà!
Dopo alcuni giri troviamo il parcheggio e partiamo per la gita.
Tutto procede bene, anzi benissimo, finalmente, per la prima volta in tutte queste gite, raggiungiamo e superiamo due gruppi di persone che erano partite prima di noi, non era mai successo, di solito accadeva sempre il contrario.
Devo dire che la complimentosa del rifugio Bugone, aveva visto giusto.
vedi http://egctc.blogspot.com/2007/09/appunti-di-viaggio-cernobbio-cernobbio.html
Con tranquillità raggiungiamo il paese di Codera, sono giusto le 12:30, siamo molto indecisi se mangiare i nostri panini o visitare il rifugio presente nel paese; per curiosità decidiamo di recarci al rifugio e di vedere come è.
Appena entrati, il gestore, senza attendere nostre domande esclama: 'Pizzoccheri o Polenta', e noi 'Quattro pizzoccheri'.


Alla faccia di 'Angelolinsubrico'!
Dopo di noi arrivano diversi gruppi ed il rifugio si riempie, giungono anche i due gruppi che avevamo superato in precedanza.
Mangiamo allegramente i pizzoccheri e beviamo il vino, anche qui un altro aneddoto, il gestore ci chiede se volevamo mezzo litro, e noi si risponde :' un litro, mica siamo minorenni'.
Che volete, l'aria di montagna ci rende spiritosi!
Dopo il pranzo riprendiamo la gita, il tempo cambia e fa capolino un bel sole caldo che ci accompagna per il restante percorso effettuato tutto su di una splendida mulattiera che segue il fianco della montagna. La mulattiera è costruita tutta con muretti a secco di ottima ingegneria montana, una meraviglia; inoltre incontriamo due ponti in pietra di splendida fattura, il mio amico geometra sarebbe stato contento.
Alla fine arriviamo a San Giorgio, bellissimo paese sulla sommità del colle sopra Novate Mezzola, in splendida posizione panoramica, abbiamo scattato delle foto, speriamo che il capo/redattore/blog/maximo le riesca ad inserire.
Discesa su mulattiera e finalmente arriviamo al parcheggio per riprendere l'auto.
Viaggio di ritorno nella norma, Ciccio si addormenta a Colico per svegliarsi in Viale Scarampo, che vi devo dire, nessuna novità.
Adesso attendo i commenti!
ciao
P.S.- Abbiamo incontrato Elettra, ma questa è un'altra storia

Chenio



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