giovedì

Appunti di viaggio: Torno, Molina, Lemna, Palanzo, Pognana


Mi limiterò a solo qualche nota per la poca voglia di scrivere. La giornata è fresca, ma il tempo è ottimo.

Passeggiata gradevole anche se purtroppo una parte corre lungo la strada asfaltata. Durante il viaggio d’andata abbiamo ritrovato il nostro amico amante del trekking e soprattutto del pesce, questa volta era fuori zona, noi l'abbiamo sempre incontrato nella l'altro ramo delle nord (dintorni di Erba ).
All'arrivo a Como sprint per l'acquisto dei biglietti: Pablo e Silvia quelli del Pullman, io, Chenio e Mario il battello o zattera o vaporetto o motonave o ….
Alle 10:00 partenza via lago x Torno. Sul battello oltre noi pochi altri passeggeri tra cui 2 turiste francesi e uno scassapa..e campano. Durante la navigazione, per puro caso, involontariamente, occasionalmente, per coincidenza, … scambio qualche parola in stentato Inglese con le 2 giovani parigine, una delle quali è molto attraente ... da li in poi fino a Torno non ricordo molto ... solo che ad un certo punto lo scassapa..le si intrufola nella discussione e le 2 nuove amiche spariscono.
Da Torno ci inoltriamo per i caratteristici vicoli verso monte finché incontriamo la segnaletica della via Regia. Dopo poco ci ritroviamo su di una strada asfaltata dove incrociamo un sentiero che ci porta verso gli avelli ( percorso già percorso qualche mese fa ) abbiamo sbagliato quindi siamo costretti a ritornare indietro fino la statale e proseguire. In effetti, più avanti ritroviamo la segnaletica della via regia e giungiamo a Molina, caratteristico e piccolo borgo con annesa chiesa e trattoria interessante in piazza, proseguiamo e arriviamo a Lemna, anche questa piccola frazione già nota. Mangiamo nel ristorante del posto dove chiacchieriamo con il titolare tifosissimo dell'Inter che ci parla dei giocatori dell'inter: Zanetti molto simpatico che frequenta abitualmente il locale perchè gli piace il capriolo e Adriano su cui stendiamo un velo pietoso.
Proseguiamo fino a Palanzo dove visitiamo il Torchio, poi Pognana dove prediamo il pulman x Como in anticipo sull'orario previsto.


20071118_ via_regia_torno_pognana

18 Novembre: Torno, Molina, Valle dei Mulini, Lemma, Palanzo, Canzaga, Pognana Lario

Appuntamento: 8:40 davanti alla biglietteria di Cadorna FNM.
Andata:
Treno x Como
09:00 09:55
Battello x Torno
10:15 10:44
Ritorno:
Autobus Pognana Lario- Como
17:45 19:34
18:14 20:00
Treno Como - Milano FNM ( fermano a Bovisa )
18:16 19:19 63 m
18:36 19:31 55 m
19:16 20:19 63 m
19:46 20:49 63 m
20:16 21:19 63 m
21:16 22:19 63 m
Pranzo: Al ristorante, portare comunque un panino di scorta!
Difficoltà: Facile. 5 ore di marcia; 450 metri di dislivello in salita
Note: I biglietti prima!
Itinerario
Torno (m 205); Molina (m 450); Valle dei Mulini; Lemma (m 520); Palanzo; visita dell’antico torchio in legno; Canzaga (m 350); Pognana Lario (m 201)
Descrizione:
La cosiddetta “Strada Regia” è un percorso – già censito sul catasto teresiano del ‘700 – che dai monti del Triangolo Lariano scende al lago in mezzo ai boschi che salgono sulle pendici affacciate sul ramo comasco. Noi percorreremo con questo comodo itinerario uno dei primi tratti, dal piccolo borgo di Torno a Pognana Lario, attraverso caratteristici paesi e boschi solitari.
Pranzo
Ristorante di Lemna:
Ristorante S. Giorgio, 1, PIAZZA SAN GIORGIO, 22020 Lemna (CO), 031 378666
Internet
http://www.montagnaincantata.it/scheda.asp?id=1613
Meteo
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm

mercoledì

Appunti di viaggio: 11 Novembre 2007 - Monte Grona - Estate di San martino

Bene, dopo il solito giro di mail, viene fissato l'equipaggio e la destinazione, Rifugio Menaggio e Monte Grona; Rosa e Pablo sono assenti per impegni casalinghi come Lorimer ed Antonelladilorenzo.
Quindi si parte con la Trek Mobile per la gita in una splendida mattinata novembrina ricca di sole e con una temperatura primaverile!

Devo dire che la tradizione dell'estate di San Martino viene ampiamente confermata.

Rinunciamo al navigatore, la strada è stata studiata a tavolino da Mario e per una volta facciamo all'antica, il viaggio si snoda tranquillo, niente traffico e visibilità ottima lungo la strada.
Dopo l'autostrada, uscita Como Nord, imbocchiamo la strada Regina e attraversiamo alcuni paesi lungo la sponda occidentale del Lario, ad un certo punto giungiamo ad Argegno, paese segnalatoci dall'ostessa del Rifugio Bugone e decidiamo di fermarci per prendere il caffè. Ci parcheggiamo sulla piazzetta principale, ricorda un po' Portofino, con le case colorate in stile 'Borgo Marinaro' con pastelli che variano dal rosa all'arancio, bellissime cromaticità baciate dal sole mattutino.
Sulla piazza scoviamo un bar da antologia, arredato con vecchi mobili e seduti ai tavoli dei vecchietti intenti a fare colazione leggendo il quotidiano, più che un bar sembra un vecchio caffè di qualche romanzo di Piero Chiara.

Veniamo tentati dalla vetrinetta dei dolci ed ordiniamo tre caffè accompagnati da altrettanti dolcetti, che vi devo dire, ne valeva la pena! Con Ciccio ci segnamo mentalmente tutte le coordinate, potrebbero tornare utili in qualche alto 'tipo di gita', ed ho detto tutto!
Riprendiamo e in un battibaleno giungiamo a Menaggio , imbocchaimo la salita che ci porta a Pigra e troviamo parcheggio sul bordo della strada, qui prendono inzio le operazioni propedeutiche all apartenza e poi via seguando le indicazioni per il 'Rifugio Menaggio'.
Il persorso inziale è dolce e poco impegnativo, passiamo attraverso un bosco di betulle che poi piano piano scompaiono cedendo il passo ad una vegetazione senza alberi, da qui cominciamo ad ammirare splendidi panorami sul lago di Domo, siamo fortunati, si vede fino a Lecco / lago di Garlate verso meridione, e si distinguono tutti i paesi attraversati durante il percorso fatto per ripercorrere il Sentiero del Viandante, sulla sponda Orientale.
Durante la salita, succede dell'incredibile, raggiungiamo e superiamo ben tre gruppi di escursionisti partiti prima di noi, devo confessare, che questo duro colpo accadeva sempre a noi nelle altre gite, ormai, anche se 'angelolinsubrico' non è d'accordo, siamo quasi diventati dei 'discreti' escursionisti.
Subito ptima del Rifugio Menaggio, veniamo raggiunti da una coppia, che in un primo momento ci 'succhia la ruota', poi in vista dell'arrivo, tagliando dritti ad un tornantino ci supera di gran carriera; la cosa non ci è piaciuta per nulla, se avevano fretta bastava chiedere strada, ma che volete farci.

Arriviamo al rifugio Menaggio e qui ci attende una brutta sorpresa, il rifugio è chiuso, per fortuna lo splendido panorama ci risolleva dalla delusione e riamandiamo a dopo la conta dei pani e dei pesci, infatti, contando sulla presenza del rifugio abbiamo portato poche provviste!

Dopo esserci saziati con la vista dello splendido panorama e tenuto sotto controllo Ciccio che insidiava la ragazza dell'ingrugnito che ci aveva superato precedentemente, ci apprestiamo a proseguire la gita, imbocchiamo la strada direttissima per il Monte Grona lasciando il passaggio per la Forcoletta per il ritorno.

L'attacco è tranquillo, poi piano piano il sentiero si fa sempre più duro, arriviamo ad uno spalto di roccia da dove, spettacolare, si gode all'improvviso la vista del Lago Ceresio,

bellissimo, da un lato il Lario

e dall'altro il Ceresio, uno spettacolo impareggiabile.
Per fortuna il panorama che ci tira su il morale, la strada è sempre più in 'piedi' con alcuni passaggi impegnativi fino a raggiungere un punto attrezzato con delle catene.
Ma alla fine siamo quasi in cima, ci manca solo l'ultimo pezzo, anche questo attrezzato con cavi fissati alla roccia, ma è fatta il Monte Grona (1736 m.s.l.m.) è nostro!

Sulla cima vediamo spuntare dall aparete a picco verso mezzogiorno, dei bergamaschi, ho chiestoconferma a Mario, che salivano per la ferrata CAO; io ho capito solo che si prendevano in giro a vicenda e alcuni passagi coloriti, per il resto ho dovuto attendere i sottotitoli a cura del traduttore Mario.
Comunque lasciate alle loro facezie il gruppo chiassoso di bergamaschi, ci siamo sistemati per mangiare; e qui c'è stata la divsione dei pani e dei pesci, Ciccio mi ha generosamente ceduto un pezzo di panino al 'brustel' ecologico/vegetariano ed io una pera abate, Mario era quello più attrezzato, per sua fortuna.
Foto di rito sul culmine del monte e alle prese con le corde in discesa, che spettacolo.

Prendiamo la strada per la Forcoletta, peccato che era tutta in ombra e con passaggi su stretto stadello con a sinistra un bello strapiombo, ho pensato all'amico Spatone, che con la sua 'vertigine' sarebbe di sicuro tornato indietro.
Arriviamo senza danni alla Forcoletta e poi proseguiamo raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno in direzione della graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m.

Poco prima della chiesetta scattiamo le foto storiche verso il Pian di Spagna ed il promontorio di Piona, poi ripieghiamo verso il rifugio Menaggio.
Nella discesa Mario inciampa in un sasso nascosto lungo il sentiero e ci fa prendere un bello spavento, infatti lo vediamo rotolare giù per un 5/10 metri verso valle, per fortuna in quel punto il pendio non era elevato, mannaggia che spavento!
Di buona lena raggiungiamo il rifugio, che al nostro arrivo vediamo aperto e presidiato da una sciura.
Dalla sciura veniamo a sapere che il gestore ha rinunciato e che il CAI di Menaggio, propietario dell'immobile, deve cercare un nuovo gestore.
Qui, Ciccio dimostra un animo da imprenditore, chiedendo informazioni sull'applato, chissà cosa avrà in mente!

Il tempo passa, è ora di rientrare, riempiamo le borracce presso la fonanella e riprendiamo la strada del ritorno.

In poco tempo raggiungiamo l'auto e partiamo per una breve visita di Menaggio e poi via per Milano!

Dimenticavo, Ciccio aveva intenzione di rilevare la gestione del rifugio, ma , alla stesura del menù, ci siamo accorti che qualcosa non avrebbe funzionato:

Minestra vegetariana
Brustel di soia
Pizzoccheri all'olio

poi , per gentile concessione:
Alici marinate
Alici fritte
Insalata di seppie
Fritturina dell'Adriatico
(questo, perchè a mia insaputa, mi ero trovato abile ed arruaolto nell'impresa!!!)



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APPROFONDIMENTI
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BREVE STORIA DELL'ESTATE DI SAN MARTINO San Martino di Tours Vescovo
11 novembre

Sabaria (ora Szombathely, Ungheria), 316-317 - Candes (Indre-et-Loire, Francia), 8 novembre 397

Secondo la tradizione avrebbe dato prova della sua carità e anche per il prossimo tagliando in due il suo mantello e donandone metà ad un povero. Si ritirò a Ligugé, presso Portiers, dove con un gruppo di discepoli, fondò il primo monastero, divenendo presto famoso in tutta la Gallia. Eletto vescovo di Tours (371), diffuse il cristianesimo in tutta la Gallia occidentale. Martino fu uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale; centinaia di parrocchie e di comuni presero il suo nome. E anche considerato il patrono dei soldati. Lottò con energia contro le eresie, l’idolatria e la supremazia.

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ANTOLOGIA LETTERARIA

San Martino

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

(Giosuè Carducci 19° secolo)


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FERRATA C.A.O.
La Via Ferrata, è ottimamente attrezzata ed è stata realizzata nel 1985 dal C.A.O. e dal C.A.I. Menaggio.

Si tratta di un percorso sicuro poiché si svolge per buona parte in cresta e, quindi, al riparo da cadute di pietre. Si consiglia tuttavia di munirsi di casco protettivo e di fare attenzione alla presenza sulla via di altri alpinisti.

Dislivello: 356 m
Difficoltà : occorre un minimo di esperienza arrampicatoria e buona pratica nell'uso degli attrezzi alpinistici
Tempo: 2 ore circa
Attrezzatura: set da ferrata, imbragatura, moschettoni a ghiera, qualche cordino, casco.

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PICCOLI ESCURSIONISTI CRESCONO


venerdì

11 Novembre: Breglia - Rifugio Menaggio, Monte Grona.






Appuntamento: 08:30 sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ ( x adesioni mail al ‘GRANDE CHENIO’)
Andata: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Pranzo: Presso il Rifugio ( portare un panino per ogni evenienza )
Al Rifugio si trova la possibilità di ristoro ed alloggio; aperto tutto l’anno sabato e domenica e da metà giugno a metà settembre giornaliero; altri giorni su richiesta tel.034437282 tel. gestore 3337115501
Difficoltà: facile circa 1-2 ore al rifugio più 2 ore fino alla vetta. Dislivello: 384 m fino al rifugio Menaggio, più altri 356 fino alla vetta
Programma di massima:
Da Breglia ( 996 m, 6 km da Menaggio) al Rifugio Menaggio, ed eventualmente escursione al Monte Grona. Visita a Menaggio con passeggiata sul lungo lago.
Il Rifugio Menaggio (1400 m) si trova ai piedi del versante sud del Monte Grona (1736 m); vi si gode una spettacolare vista del Lago di Como e delle montagne circostanti.. Dal Rifugio ci sono tante possibilità di escursioni sulle Prealpi ed è anche punto di partenza dell' "Alta Via del Lario", un percorso di trekking in alta quota di 3/4 giorni. Al Rifugio si trova la possibilità di ristoro ed alloggio; aperto tutto l’anno sabato e domenica e da metà giugno a metà settembre giornaliero; altri giorni su richiesta tel.034437282 tel. gestore 3337115501.
Percorso:
Da Menaggio si segue la statale della Val Solda (Porlezza-Lugano) per circa l km; al primo bivio si volge a destra seguendo le indicazioni per Plesio. Da qui si prosegue lambendo lo stabilimento di produzione dell'acqua minerale Chiarella per giungere, poco dopo, alle bella frazione di Breglia annidata in una splendida conca prativa (circa 3 Km dal bivio).
Poco prima della chiesa del paese (cartello indicatore), una stradicciola asfaltata sale verso sinistra raggiungendo, dopo circa 3 Km, le case dei Monti di Breglia 996 m, ove è opportuno lasciare l'auto. Infatti, la carrareccia prosegue ora, accidentata, stretta e poi non più asfaltata.
Si segue la strada per un primo tratto finché un cartello indicatore non segnala il sentiero per il rifugio. Si prende, allora, a sinistra sulla mulattiera che dopo aver lambito di nuovo la strada presso un tornante continua a tornanti fra spazi erbosi e rado bosco di betulle. A quota 1120 m, presso una zona di rimboschimento cintata, il percorso si divide. Seguendo una delle due diramazioni, si giunge al rifugio. A nostro parere è più consigliabile il percorso alto, quello di destra, che è assai più panoramico. Si sale ancora lungamente con parecchi tornanti finché ha inizio un lunghissimo tratto a mezza costa che, dopo aver traversato la Val Pessina, raggiunge il panoramico dosso erboso dove sorge il rifugio già visibile da lontano.
Per giungere in vetta dal rifugio vi sono tre possibilità:
a) Seguire il sentiero che sale ripido, tagliando i prati in direzione Nord. Tralasciando a sinistra la deviazione più diretta per la Forcoletta, si può proseguire raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno presso la graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m. Da qui si volge a Sud percorrendo il sentiero che segue la cresta tenendosi sul suo lato occidentale per raggiungere la sella della Forcoletta. Da qui, proseguendo su buona traccia, risalire il crinale Nord-est del Grona fino alla sua vetta settentrionale dalla quale ci si abbassa brevemente all'ampia sella erbosa ove giunge il sentiero della "Direttissima" (vedi itinerario b) per poi salire (breve corda fissa metallica) alla piatta, ampia e rocciosa sommità principale.
b) Seguire il ripido sentiero che dal rifugio sale in direzione Nord-ovest e, dopo aver lambito alcuni roccioni, entra in un grande ed erto canalone di erbe e detriti. Per traccia ripidissima, scavalcando due volte lo sperone Sud-est del Grona percorso dalla Via Ferrata, si giunge in cima al canalone, sull'ampia sella posta fra la vetta principale e quella settentrionale.
c) Seguire le indicazioni del sentiero "panoramico" che, oltrepassato l'attacco della "Via Ferrata", sale gradualmente compiendo un arco di cerchio in senso orario per poi ritrovarsi sotto la cima principale con gli altri percorsi.
Approfondimenti
Il monte Grona: un panorama mozzafiato. Montagna dai fianchi dirupati che si alza fra la Val Sangra e il Lago di Como a Nord nord-ovest di Menaggio... Il panorama è magnifico, uno dei migliori delle Prealpi". In questo modo si esprime Silvio Saglio nella rarissima edizione dedicata alle Prealpi Comasche - Varesine - Bergamasche della celebre collana CAI-TCI "Guide dei Monti d'Italia". Il giudizio risale al 1948, ma nulla è cambiato, rispetto ad allora, sul Monte Grona, se si eccettua la presenza di un ottimo e confortevole rifugio ai suoi piedi e la realizzazione di una via ferrata sul suo sperone Sud-est. La neve, che ricopre ancora le vette delle cime retiche ed orobiche, non lascia troppe speranze di fare escursioni in queste zone: pertanto ecco la decisione di scegliere, per il mese di maggio, la magnifica gita al Monte Grona. La nostra montagna emerge, a mo' di scoglio roccioso biancheggiante, al termine della lunga dorsale Sud del Monte Bregagno ed è ben visibile a chi percorra la sponda orientale del Lario. Le rocce calcaree che la compongono vanno ad appoggiarsi, a Nord, alle rocce cristalline del Bregagno presso il valico della Forcoletta, toccato dal nostro itinerario di discesa. Il versante Sud e Sud-est è formato da una serie di speroni, e torrioni, separati fra loro da fratture e canali più o meno vasti. Il tutto entra a far parte della "linea del Grona", vasta unità tettonica di rocce sedimentarie che, con una serie di archi convessi, parte dal Luganese per giungere al Lago di Como. La gita proposta può essere comodamente spezzata in due parti con pernottamento al rifugio; tuttavia ci sentiamo di consigliare, in ogni caso, il piccolo sforzo aggiuntivo di raggiungere la vetta, sia pure dal sentiero che passa per la Forcoletta, perché il panorama che si gode dalla sommità e quanto di più vasto ed interessante si possa immaginare. Lo sguardo spazia libero a 360° dalla Pianura Padana ai dolci bacini lacustri del Lario e del Ceresio, si spinge a Nord abbracciando tutte le Alpi, dal Monte Rosa al Vallese, dalla Mesolcina alle Alpi Retiche, per poi scendere di nuovo a mezzogiorno passando per l'imponente piramide del Monte Legnone, l'ombroso e profondo solco della Valsassina e le vette del Grignone e della Grigna. Al ritorno dalla vetta, la sosta al Rifugio Menaggio sarà ancor più apprezzata.
Meteohttp://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm

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