martedì

31 AGOSTO 2010 - PIZZATA DEL RIENTRO

Ciao
dopo la pizzata pre-ferie, vedi il post omonimo
http://ildorico.blogspot.com/2010/08/03-agosto-2010-pizzata-pre-ferie.html
eccoci di rientro dalle vacanze pronti e ritemprati per affrontare il nuovo corso degli eventi, non so cosa voglia dire, ma mi piaceva la frase.

Eccoci quindi riuniti per una bella pizzata post vacanze, e peccato che siano finite.
I ragazzi presenti sono tutti quelli della prima avventura, con la new entry Nuccia ed il redivivo Carlo, che ormai partecipa solo ad eventi mondani e non più a quelli di trekking.
L'incontro è fissato alla solita pizzeria in calce, ormai si chiama così.
Abbiamo un bel tavolo rotondo e d'angolo dove ci possiamo sbizzarrire per la disposizione dei posti.
La pizza è sempre abbondante e Mariettonostro abbandona la ciociara per tentare la fortuna con una pizza con la salsiccia, non la luganega (n.d.r.)

Il dorico anche lui abbandona la ciociara per una 'forte', a base di salame piccante, ma sul personalissimo cartellino occorre segnalare che la scelta non molto felice, meglio la ricotta.
Le ganasce vanno che è una bellezza e, tra un morso e l'altro, si sviluppano delle amene discussioni.



Si parla di trekking e qui il Nicova ci esterna la sua necessità di acquisto di uno zaino e di scarponi, devo dire che il buon Nicova è un po' indietro con l'attrezzatura.
Qui sale in cattedra il Chiassoso, testa alta palla al piede ed ottima visione di gioco, e via passaggi ficcanti per le ali, l'ala riceve sempre un passaggio ficcante, chissà perchè.


Ilchiassoso ci spiega le tecniche per la scelta di uno zaino, suggerisce trucchi e sottigliezze per l'individuazione dello scarpone giusto e sciorina un elenco di negozi di sua fiducia.
Alla discussione partecipa , come parte attiva nel settore scarponi Mariettonostro, ildorico può solo sottolineare la perizia del Chiassoso per gli zaini, infatti utilizza uno zaino acquistato dal chiassoso, ma questa è un'altra storia.Bene, siamo al dolce, non ci facciamo mancare la pastiera, che diamine, ciruzzo sarebbe preoccupato in caso di rinuncia.
Abbiamo il tempo per stendere un piccolo piano di battaglia per le domeniche a venire, la prossima dovremmo andare in Svizzera, qualche laghetto alpino ticinese non sarebbe male; Alecremo e Nuccia sono in forse per la presenza, mentre ilchiassoso e Nicova declinano l'invito.
Ci diamo appuntamento per il 17 settembre, ultima gita di estate, vediamo se fare la classicissima, la Canzo - Civate al gran completo di uomini e mezzi.....
(ultima edizione- n.d.r.)
Chissà se Carlo sarà presente od avrà qualche uscita gastronomica da espletare :)
Vedremo.
Ave atque vale.


PER APPROFONDIMENTI :

lunedì

30 AGOSTO 2010 - BALCONE FIORITO

ciao
breve carrellata post ferie sul balcone fiorito!

Questo è il mitico ginepro, piano piano sta venendo carino.

Melograno
Ligustro

Pero, avesse mai fiorito! Mannaggia!



Piracanta, aveva sofferto parecchi a maggio, sembra essersi ripresa.


alla prossima!

domenica

29 AGOSTO 2010 - DOPO LA RIVOLTURA

Ciao, ieri sera abbiamo avuto la rivoltura, vedi post precedente, oggi via in spiaggia a vedere la situazione.
Vedi:
http://ildorico.blogspot.com/2010/08/28-agosto-2010-sirolo-e-rivoltura.html

Il tempo è bello, sole e cielo sereno, in spiaggia il mare è grosso, è arrivato alla prima fila di ombrelloni.I cavalloni si infrangono sulla riva, uno spettacolo.
Come sempre in questi casi, i bagnanti si dividono in due partiti: quelli contenti del mare mosso, è una bella avventura addentrarsi nei marosi e giocare con le onde; quelli che vogliono il mare modello piscina, e quindi gli 'scontenti' !!!!
Ciaooo





sabato

28 AGOSTO 2010 - SIROLO E RIVOLTURA

Scappata di fine stagione sulla costiera marchigiana, giusto per una giornata di sole.
Nel pomeriggio ci sentiamo con Max e le ultime presenze in Marcelli e si decide di fare una uscita a Sirolo dopo cena.
Il pomeriggio è discreto, una leggera pioggia verso le 19, ma niente di più.
La sera il rivolgimento, oppure come si dice dalle nostre parti:la rivoltura.vedi infra.
Ci vediamo con Max alle 21:30, il tempo è cambiato di brutto, c'è un vento che spazza il cielo ad una velocità pazzesca, ci troviamo con Nicoletta e prendiamo la strada per Sirolo.Il vento qui soffia ancora più forte, se mai fosse possibile, imperterriti decidiamo di recarci sul belvedere, ambiente apocalittico!!!
Sembra di essere sulla tolda di una nave in piena tempesta, il vento soffia fortissimo, in lontananza si vede il bagliore della costa, ci aggrappiamo alla balaustra!!Insomma siamo proprio in mezzo alla rivoltura!!!
esserci goduti la situazione inusuale, ci rechiamo nei vicoli di Sirolo, qui incontriamo Roberta, Antonella e Luana, approfittiamo per una sgambatina e poi decidiamo di andare a Numana, i bar sulla piazza di Sirolo, sono tutti affollati e, dato il brutto tempo, possono offire una limitata ricettività.
Bene, a Numana la situazione è migliore, sulla Piazza del Santuario non spira il vento come a Sirolo, per fortuna, ci sediamo ai tavolini del bar e ci apprestiamo al rito del gelato.Qui, un bel taglio al caffè non ce lo toglie nessuno!!!
Per i dettagli vedi:
http://ildorico.blogspot.com/2010/08/10-agosto-2010-taglio-al-caffe.html
La serata, tutto sommato va, per fortuna!!!Dimenticavo, Roberta doveva fare il bancomat, anche questa è un'altra storia!!!!ciaooo


Dal web:
Esiste un’evenienza meteorologica particolarmente pericolosa specie nelle coste marchigiane. I vecchi la chiamano “rivoltura” e la temono. Temendola la conoscono anche bene e, soprattutto, conoscono i prodromi che ti fanno capire quando sta per abbattersi in mare con tutta la sua violenza.Quando al mattino il vento di terra non cessa verso le otto, ma si fa più caldo e secco, significa che sta tirando il “garbino”, il vento da sud-sud ovest che sul Tirreno corrisponde al Libeccio. Se dunque soffia il garbino a raffiche, quasi nessuno dei marinai più accorti esce in mare, anche se il cielo è sereno ed il mare fino a mezzo miglio dalla costa è calmo e particolarmente trasparente.Infatti, prima o poi compare all’orizzonte, verso nord, una linea scura, la tressa, e poi all’improvviso, quando il mare si fa bianco di schiuma, il vento non aumenta gradatamente ma si abbatte immediato sulla barca con una velocità che può raggiungere anche i 50 nodi. Se la barca è investita, può rovesciarsi anche se a secco di vele.

venerdì

27 AGOSTO 2010 - BADIA DI SAN PIETRO

Post dedicato ai tesori del contado della Riviera del Conero.
Questa volta badia di San Pietro al Monte Conero,stupendo esempio di architettura Romanica.
Le foto danno solo un'idea , almeno ci sono!!Buona visione
ciaoo






















Per altre idee potete vedere:
Dal Web:
La storia della chiesa di San Pietro al Conero e dell’eremo di San Benedetto Nel medioevo il monte Conero era stato prescelto da molti santi uomini che sentivano il bisogno di condurre la propria esistenza in piena solitudine; gli eremiti, vivevano cibandosi di bacche e radici e dimoravano in grotte naturali o appositamente scavate nelle rocce: i cosiddetti romitori.Costoro non appartenevano a nessun ordine religioso e amavano vivere a stretto contatto con la natura, in silenzio, solitudine e meditazione, lontani dalle passioni e dalle tentazioni umane; solo in seguito i monaci Benedettini si recarono sul monte per dare vita a delle vere e proprie comunità religiose.Da fonti storiche attendibili, sembra che il romitorio esistesse già prima dell’XI secolo, epoca alla quale si fa risalire la costruzione della Badìa di San Pietro.Nei primi anni del Mille due ricche abbazie erano presenti sul monte: una verso la cima, a quota 470 metri, alla quale era unita la chiesa di San Pietro, l’altra situata a metà monte, intorno a quota 300 metri, dedicata a San Benedetto, oggi completamente scomparsa; ne restano solo alcuni ruderi e dei muretti a secco sui quali forse sorgevano la chiesa e l’annessa casa. Il complesso sorgeva vicino ad una grotta (con altare e sedili in pietra) chiamata Grotta di San Benedetto o Grotta dell’Abate Da un atto, datato 8 aprile 1037, si apprende che i Conti Cortesi Signori del Castello di Sirolo donarono all’Abate Guizemone la chiesa sulla vetta del monte per istituirvi un monastero: dunque, anche se nessun documento ricorda una sua più antica fondazione, la chiesa di San Pietro esisteva già prima del 1037 e, sembrerebbe ormai certo, venne edificata nei primi anni del Mille.Per costruirla la chiesa di San Pietro, furono usate le pietre ricavate dal monte: a questo si deve il suo candore, poiché la pietra del Conero è molto simile alla rinomata pietra d’Istria.Il tempio è diviso in tre navate, con un’abside in fondo alla navata centrale; l’assenza di decorazioni all’interno, come all’esterno, lo rendono particolare nel suo bianco candore e nella suggestiva collocazione.Vicino alla chiesa, i frati Benedettini vivevano in modeste celle e la loro semplice vita era basata sulla preghiera e sui lavori agricoli; vivevano anche di elemosina e in armonia con tutti.
Nel 1203 l’eremo fu ampliato e vennero costruiti dei chiostri e nella chiesa furono eseguiti dei lavori di abbellimento. Poi nel 1223 furono eseguiti degli altri lavori e nella cripta vennero installati sei pilastri ed otto colonne, probabilmente, recuperati da qualche loggiato o portico di un cortile.I capitelli della cripta, ricchi di bassorilievi, riproducono motivi tratti dal mondo vegetale ed animale, probabilmente attinti da tutto quello che l’ignoto scultore vedeva attorno a sé;ma la nota caratteristica del tempio è nei magnifici capitelli, che addobbano le colonne della chiesa, e nell’eleganza dei loro disegni, tutti diversi l’uno dall’altro. Dai fregi dei capitelli delle quattro colonne, tre derivano i loro motivi dal mondo vegetale, mentre il quarto rappresenta paurose figure, quali mostri deformi con corpi di serpente attorcigliati l’uno all’altro, musi orecchiuti con occhi bucati e bocche enormi, ali di pipistrelli innestati a corpi ritorti: figure queste tipiche dell’epoca medioevale.
I Benedettini vissero sul Conero in armonia con l’ambiente circostante e praticando molta preghiera per altri 300 anni, ma il loro numero era sempre in calo, ed iniziò così un’inesorabile decadenza di tutto il complesso: il suo culmine avvenne nell’anno 1514 e nel 1518 ai Benedettini subentrarono i Gonzaghiani che presero possesso della chiesa di San Pietro e dell’eremo, mentre i Camaldolesi occuparono le grotte di San Benedetto e, nel 1521, l’omonima chiesa.A quel punto iniziarono i dissidi tra le due componenti religiose, perché i Gonzaghiani non vedevano affatto di buon occhio fiorire il nuovo ordine religioso ed, approfittandosi della loro posizione strategica, compivano dei veri e propri “attentati”: accumulavano grossi massi per farli poi rotolare in direzione del chiostro e sopra le celle dei poveri Camaldolesi che, ovviamente spaventati, erano costretti a rifugiarsi all’interno del bosco.
Le contese tra le due famiglie eremitiche terminarono nel 1558, quando un incendio bruciò completamente i tetti della chiesa di San Pietro e dei locali attigui e, a causa dell’eccessivo calore, si sgretolarono anche le parti in muratura esterne della chiesa. Fu così che i Gonzaghiani, loro malgrado, furono costretti ad abbandonare l’eremo di San Pietro, che assieme a quello di San Benedetto fu affidato ai Camaldolesi, che iniziarono l’opera di recupero di quello che rimaneva della struttura incendiata.I Camaldolesi rimasero sul Conero fino all’epoca delle soppressioni: il loro definitivo abbandono avvenne nel 1860.L'antico monastero benedettino, annesso alla chiesa, è stato trasformato ed è ora un elegante e confortevole albergo.

giovedì

26 AGOSTO 2010 - CASTELLO DOWN TOWN

Questo post si riallaccia a quello già pubblicato
http://ildorico.blogspot.com/2010/08/06-agosto-2010-monumento-castelfidardo.html
e lo completa.
In effetti, dopo la visita al Monumento Nazionale, ildorico si è recato nel centro cittadino di Castelfidardo e scattato numerose fotografie.
La cosa più bella di questa cittadina è l'ingresso da Porta Marina, notevole e suggestivo, inoltre, appena attraversata la porta abbiamo sulla destra il corso e sulla sinistra la salita al cassero!

Quindi uno spaccato immediato e storico dell'evolversi del tessuto urbano.
Partiamo dal corso, e quindi dalla piazza e dal palazzo comunale.
Ecco poi il cassero e, purtroppo, l'obbrobioso serbatoio dell'acqua, va bene che è utile, ma la soluzione scelta molto dubbia.
Ciaooo










Il serbatoio dell'acqua!!

Quando le strade si chiamavano Via Roma, i Corsi Vittorio Veneto, i Viali della Vittoria e le Piazze Trento e Trieste.









dal web:
Cassero: in architettura indica la parte elevata di una fortificazione (ad esempio di un castello o di una cinta di mura).

mercoledì

25 AGOSTO 2010 - BALCONE FIORITO

CIAO
post di aggiornamento post-ferie sul balcone fiorito.
La situazione non è che mi piaccia molto.
L'unica pianta che mi sembra in splendida forma è la succulenta qui sotto.


L'ulivo, dopo la bella fioritura mi sembra un po' a terra.
Il ginepro, si è spelacchiato e sfoltito, è vero che ha i getti verdi, ma non mi soddisfa per niente.

Per non parlare delle forstitie, quando satvano a pensione presso igeometri, erano a psoto, adesso, hanno preso la cocciniglia e due tronchetti sono morti.
mannaggia.







ciao

martedì

24 AGOSTO 2010 - LA ROTONDA DI VIA BESANA

Ecco un breve giro nella Milano che ancora non avevo fatto, o meglio, è una
zona che vedo di continuo, ma non mi ero mai fermato a visitare da turista!
Il monumento è la rotonda della via besana, in calce troverete alcune notizie
tratte dal web.




Qui di seguito alcune foto e commenti personali.
Come riportato in altre post, vi suggerisco un giro per visitare questo angolo non troppo noto della città Meneghina.
Il monumento ha una storia antica e, come al solito, varia....
Una visita ne vale la pena.
ciaoo






Dal Web:
Rotonda della Besana
L'esterno della Rotonda.La Rotonda della Besana (o "Rotonda di Via Besana") è un edificio tardobarocco di Milano.
Esso nacque in origine come "foppone" (cimitero) per i poveri morti nell'Ospedale Maggiore di Milano (l'attuale Università Statale), destinazione che mantenne fino al 1782. Vi furono sepolte quasi centocinquantamila persone.
L'edificio è composto da una chiesa centrale a quattro bracci simmetrici (oggi sconsacrata: era intitolata a san Michele) e da un porticato a segmenti d'arco in mattone a vista.
La costruzione fu iniziata attorno al 1695, e condotta a termine nella forma attuale negli anni 1713-1724 su progetto degli architetti Attilio Arrigoni (autore della chiesa, completata nel 1700) e poi Francesco Croce (autore del porticato e della ristrutturazione della chiesa), con il contributo dell'ingegnere Carlo Francesco Raffagno.
Dopo il 1782 l'edificio fu di volta in volta caserma, fienile, cronicario, lavanderia dell'ospedale; oggi è usato come spazio verde pubblico e come spazio espositivo per mostre temporanee, proiezioni ed eventi culturali

lunedì

23 AGOSTO 2010 - SANTUARIO DI GALLIVAGGIO

ciao

una tappa della gitona di sabato 20100731 è stata il Santuario di Gallivaggio.
Panorami stupendi e una Chiesa densa di setimento.
Vi consiglio di ferci un salto.
ciaoo













DAL WEB:
Il Santuario di Gallivaggio, detto "Santuario della Madonna della Misericordia" è considerato il centro spirituale della Valchiavenna. Situato a 800 mt. di altezza il Santuario è raggiungibile dalla Strada Statale dello Spluga, pochi chilometri oltre il centro abitato di S.Giacomo Filippo.
La costruzione attuale è la terza sorta sul luogo in cui il 10 ottobre 1492 la Madonna apparve a due ragazze che si erano recate nelle selve a raccogliere castagne, affidando loro un messaggio di pace e speranza. Subito dopo l'apparizione fu eretta una cappella lignea sostituita poi con una in muratura.
L'attuale Santuario fu eretto tra il 1598 e il 1603, mentre il campanile, isolato rispetto all'edificio venne costruito nel 1731.
La facciata è semplice con tetto a capanna, l'interno è a tre navate con volta a crociera sostenute da colonne monolitiche di granito. Al suo interno trovano posto pregevoli affreschi tra cui uno raffigurante il Battesimo di Gesù di L. Tagliaferro di Piagnona (Lecco 1884), opere di Paolo Camillo Landriani detto Duchino (1606) e un dipinto olio su tela di Cesare Ligari (1739).
Di particolare interesse è l'organo donato nel 1673 da valligiani emigrati a Palermo. Ai piedi dell'altare nel 1970 è stato posto il masso di granito su cui è apparsa la Madonna. L'altare maggiore è opera Barocca e nella nicchia che vi sta sopra è collocato un pregevole gruppo ligneo dorato e dipinto raffigurante l'apparizione, una Madonna con Bambino e due fanciulle realizzato nel 1631, incoronato nel 1742 e successivamente resturato nel 1993.
Le due corone poste sul gruppo ligneo sono delle imitazioni; le originali si possono ammirare visitando il Museo del Tesoro a Chiavenna presso la Collegiata di San Lorenzo.
L'ampio piazzale antistante la costruzione è stato lastricato nel 1992 in occasione del quattrocentenario dell'apparizione.
E' possibile accedere al Santuario anche attraverso una scalinata di settantadue scalini in granito con in cima una croce, anch'essa in granito con un Cristo in bronzo.
Particolare è l'ambiente naturale in cui è collocato, caratterizzato da una parete strapiombante che lo sovrasta, chiamata dagli abitanti del luogo "mòta séca".


domenica

22 AGOSTO 2010 - REDUX VAL BIANDINO

Prima uscita post-ferie, con un rapido giro di mail si trovano i presenti, siamo ilpolacco,Andrea ed , all'ultimo minuto, si aggrega Salvo di rientro dalla Sicilia.
La scelta della gita cade sulla val Biandino, il percorso è noto, ma fatto con la neve, ci aspettiamo un panorama diverso.
Per approfondire:http://ildorico.blogspot.com/2010/03/07-marzo-2010-val-biandino.html


L'appuntamento è presso ilpolacco, poi si passa da Arosio per Salvo, e poi via verso l'inizio della gita.
Prima di partire tappa al bar delle veline, e qui troviamo la velina grande con una collana neroazzurra, Mariettonostro l'avrebbe baciata, e non solo perchè condivide la stessa fede calcistica!!!
Il 2010821 l'Inter ha vinto per 3-1 la sfida con la Roma per l'assegnazione della Supercoppa di Lega (n.d.r.)

Bene, arriviamo a Introbio e parcheggiamo l'auto vicino alla Posta, dove sennò!!!
Prendiamo la via per Biandino e piano piano saliamo, la strda è in gran parte asfalata o con base di semento, la mulattiera di ciottoli è solo in piccoli tratti; che differenza con il panorama innevato dello scorso marzo!!!


La meta prefissa è il santuario della Madonna della Neve, all'interno della valle.
Per l'avvicinamento prendiamo la strada alla sinistra orografica del torrente, la strada è tutta asfaltata e c'è un bel traffico di fuoristrada carichi di persone che salgono.

Arriviamo alla Bocca di Biandino, foto di rito ed e confronti con la situazione dell'ultima volta si sprecano!!!Imbocchiamo la valle e ci dirigiamo verso il Santuario.
La vallata è piena di gente, ci sono sciure di una certa età, sicuramente venute su con i fuoristrada, che passeggiano come se fossimo in centro ; bambini in costume che fanno il bagno nell'acqua del torrente, gruppi di persone sdraiate a prendere il sole insomma, un pienone di gente.



Arriviamo al Santuario , bella chiesa semplice di montagna, accanto c'è l'omonimo rifugio, ilpolacco chiede se è possibile mangiare, la risposta è nengativa.
A questo punto decdiamo di rientrare al Tavecchia, e tentare la sorte.



Anche qui, c'è il pienone, adesso ci torna in mente e comprendiamo appieno la lunga sequela dei fouristrada carichi di gente....
Ci tocca attendere, alla fine dopo una abbondante mezz'ora ci riusciamo a sedere!!Chiediamo cosa si mangia, la risposta è: quel ghe c'è!
Quindi, menù a sorpresa!


Comuqnue alla fine, la cosa non è andata troppo male;
bis di primo, portate varie di secondo con immancabile polenta, formaggio, fettina di dolcetto, caffè ed ammazzacaffè.
Abbiamo rinverdito i fasti dell'ultima volta.....


Dopo un piccolo riposo riprendiamo la strada del rientro, questa volta optiamo per il sentiero alla destra orgografica del torrente.
La discesa è molto più bella e il sentiero scorre in mezzo al bosco.
Qui ci lasciamo andare ad una discussione di politica impressionante a tutto tondo, ci sono dei riferimenti storici alle varie composizioni di maggioranze passate, a Gladio, a modelli di governo,



approfondimenti sulla Cata Costituzionale, insomma, anche qui lo spirito di Minoli è con noi!!!
Di certo, una bella serie di puntate 'la storia siamo noi' le avremmo potute organizzare.a strada scorre veloce e raggiungiamo in un battibaleno il paese, qui saltiamo una deviazione e ci troviamo in una bella piazzetta prospicente una Torre Medievale, molto interessante.
Da qui recuperiamo la 'piazza' e la Posta, dove abbiamo lasciato l'auto.


Il viaggio in auto è tranquillo, non troviamo particolarmente traffico e raggungiamo i rispettivi punti di saluto in breve tempo.Alla prossima avventura!!!