Chi non si ricorda di questa bici uscita all'improvvisio all'attenzione degli italiani negli anni sessanta.
L'idea era quella di uan bici che potesse essere trasportata facilmente nel baule di un'auto per via del gancio snodabile che la caratterizzava.
A dire il vero, non ho mai visto una bici di questo tipo trasportata, mentre ho visto il proliferare di una serie di marchi similari, Marina, Rita etc; e vi posso assicurare che quando l'ingranaggio si allentava, la bici era da buttare via e basta.
Comunque, per onorare la Storia Patria e portare un contributo al Museo della Bicicletta, ecco alcuen foto da tenere a mente e conservare, per gli appassionati, intendo.
Da notare le selle in cuoio, denotano ancor di più l'originalità e la vetustà dei modelli!!!
ciaooo
Una bicicletta pieghevole è una bicicletta perlopiù con ruote piccole che dispone di accorgimenti di costruzione quali cerniere, attacchi e/o dispositivi a serraggio rapido che permettano di piegare o smontare la bicicletta in modo semplice e veloce in una dimensione maneggevole così piccola che possa essere trasportata come bagaglio in un altro mezzo di trasporto. Con una bicicletta pieghevole l'utente può superare spazi di mobilità sulla strada da e per mezzi di trasporto pubblico (come la ferrovia).
L'Italia fu all'avanguardia nello sviluppo delle biciclette pieghevoli. Nel 1964 (in pieno boom economico) la ditta Carnielli di Vittorio Veneto presentò il modello innovativo Graziella, che si diffuse rapidamente nel mercato italiano, grazie alla buona qualità costruttiva alla sua eleganza e ad una buona campagna pubblicitaria che la promuoveva come "la Rolls Royce di Brigitte Bardot". La bicicletta era strutturata senza canna orizzontale e con cerniera centrale, piccole ruote, sella e manubrio smontabili.
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