domenica

07 MARZO 2010 - VAL BIANDINO

Questa volta ci troviamo in tre, Mariettonostro, ilchiassoso ed ildorico.
Gli altri hanno passato, chi per un motivo chi per un altro.
Mariettonostro ha avuto notizie di Ciccio, da non credere, non si sa se tramite un messanger in the bottle o che altro :)Tra giovedì e venerdì si decide la meta, Val Biandino a percorrere la via del bitto.
Bene la trek mobile scalpita, a proposito, Mariettonostro non ha ancora divulgato la partita doppia dell'ultima volta.
Allora, strada tranquilla e per nulla affollata, ci fermiamo al solito bar delle veline, anche se in una delle ultime uscite le nostre veline sono state pesantemente criticate; ma non fa nulla sono sempre nei nostri cuori.



Bene, arriviamo a Introbio, qui parcheggiamo vicino alla posta, alle spalle della piazza!
La nostra strada prevede l'imbocco di Piazza Cavour, via IV Novembre, insomma mi sembra di ripassare il mio sussidiario delle elementari.
Alla fine prendiamo il sentiero 40, che è il sentiero del bitto e cominciamo a salire.La mulattiera è molto bella e ben curata, la 'rampega' un po'; ma teniamo duro.

Dopo poco arriviamo all'edicola di Sant'Uberto, protettore dei cacciatori, foto di rito e via verso la salita.Tutto il percorso ci porta a salire gradatamente, alla fine saranno circa 900 metri di dislivello, ma molto tranquilli.

Il sentiero si interseca ogni tanto con la strada carrozzabile, infatti attraversiamo un ampio parcheggio, poi, decidiamo di affrontare il sentiero e lasciare la strada, che si porta alla destra orografica del torrente, mentre il sentiero 40 alla sinistra.Ad un certo punto riscontriamo la presenza delle neve, non ci abbandonerà più nel tragitto.Vediamo la strada sulla destra salire agevole, mentre il sentiero in alcuni tratti si nasconde alla vista del torrente, la neve è sempre presente.

Ad un certo punto notiamo delle case in basso lungo la strada, ci assale il dubbio che una di quelle possa essere il rifugio, in tal caso saremmo rovinati, data la presenza della abbondante coltre di neve, passare dall'altra parte non è proprio possibile.


A questo punto, immalinconiti, riprendiamo il sentiero, e ci autoconvinciamo, che se quello è il sentiero storico, il rifugio deve essere lungo il sentiero!
Che ne dite, il ragionamento fila!Ad un certo punto la strada si perde tra gli alberi ed il sentiero sale decisamente a zig zag; teniamo duro e continuiamo impavidi; ma alla fine in alto vediamo un cippo, lo riconosciamo come il Cippo dedicato alla Brigata Rosselli; l'avevamo visto sul web ed è a due passi dal rifugio, dopo la foto riprendiamo con più vigore, ormai siamo certi di essere arrivati.

Infatti, dietro una parete rocciosa ecco un ponte ed alla destra un rifugio chiuso, ma sulla sinistra il Rifugio Tavecchia, aperto e col camino in piena attività!
Evvai!!!



Arriviamo davanti al rifugio e qui, spettacolo, si apre la valle, bellissima tutta ricoperta di neve, all'inizio della valle una edicola dedicata alla Madonna delle Neve.Saliamo le scale del rifugio e ci dirigiamo nel salone, qui veniamo abbinati al tavolo con due anziani escursionisti che ci introducono agli usi e costumi del rifugio.



Ci spiegano che il prezzo è fisso, qualsiasi cosa si mangi, ed infatti vediamo che bissano il risotto, vanno di bollito con mostarda e poi giù sul caprino vec, è più buono!
Per non dire del vino, quando finisce una bottiglia, l'oste ne porta un'altra e basta, senza chiedere chi sia stato a finirla!
Date queste premesse, ci mettiamo d'impegno, quindi : risotto con la salsiccia, ed un assaggio di tutti i secondi in cucina, ancora rimasti!!!
Mortadella, non la bologna, vedi infra;stinco, involtini e polenta!
Insomma, piano piano, ma alla fine usciamo vincitori!
Durante il pranzo chiacchieriamo con i nostri ospiti, o meglio, parlano sempre loro e l'argomento è monotematico, ci raccontano tutti i rifugi dove si mangia bene, ci invitano a scansare alcuni dove si mangia male; quando timidamente diciamo i nostri percorsi, il commento è sempre lo stesso: ma lì non ci sono rifugi ; nel senso, che cosa ci andate a fare!!!

Tra le altre cosa, scopriamo che uno non dovrebbe mangiare cibi dolci, ma non si tira indietro al piatto di mostarda ed ai liquori.
Insomma, 'nvià la mié bala 'l rat!
Noi comunque non facciamo sfigurare i nostri anfitrioni, e chiediamo il formaggio accompagnato dal miele,
si sa La bocca l'è minga stracca se la sa nò de vacca .
Quindi non facciamo prigionieri e poi caffé ed ammazzacaffè a volontà.
Satolli andiamo a pagare, i due anziani escursionisti avevano ragione, il prezzo è veramente ottimo al cambio :)
Ormai dobbiamo proprio andare, ci prepariamo e prendiamo la strada in discesa, quindi costeggiamo il torrente sul lato sinistro.
La discesa è agevole, tranne che per un paio di ruzzoloni ed uno strike che vedono protagonista il dorico.
Ma poi finita la tratta innevata la strada e la mulattiera finale vengono percorse a passo alla bersagliera!
I dati tecnici, attendo conferma dal piccolo chimico ilchiassoso, dovrebbero essere circa 2,45 ore a salire e 2 a scendere; ma il tennico è ilchiassoso, aspetto le sue info.
Bene, arrivati all'auto decidiamo di fermarci al solito bar, c’è la velina del pomeriggio, dovete sapere che sono in quattro divise in due turni .
Ilchiassoso prende un caffé mentre ildorico e Mariettonostro un bello spritz.
Ci godiamo la pace del posto, ci sono i paesani vestiti a festa che trascorrono la domenica pomeriggio a parlare e scherzare nel bar, a dire il vero c'era un tavolo da canasta e pinnacola; ma lasciamo perdere, questa è un'altra storia.
Mariettonostro fa rombare i cavalli della trek mobile e ci beviamo di un fiato la strada fino a Milano, anche questa è fatta!
Alla prossima!!!


APPROFONDIMENTO:
La mortadella di fegato di maiale. Un percorso di tutela che, per ragioni di costo della procedura, abbraccia anche le omologhe produzioni del Canton Ticino. Per i vecchi salumieri lombardi infatti è la "mortadela de fidig". Gli svizzeri la chiamano invece, nel loro colorito dialetto, "fidighela". Ma il risultato non cambia.

e dal web:
http://www.lapalestradelchiassoso.com/2010/03/ci-uc-in-val-biandino-rif-tavecchia.html

3 commenti:

  1. Il Tennnico dice: salita pari a 8.35 km percorsi in un tempo pari a 2h51'35" come riporta il telefonino. Discesa compiuta invece in 1h55'06" (sempre dallo sport tracker).

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  2. Grazie Tennico,
    per fortuna che , dopo tanti tentivi, adesso i dati arrivano!
    ciaoo

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  3. Dimenticavo:

    http://www.lapalestradelchiassoso.com/2010/03/ci-uc-in-val-biandino-rif-tavecchia.html

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