Bene, dopo il solito giro di mail, viene fissato l'equipaggio e la destinazione, Rifugio Menaggio e Monte Grona; Rosa e Pablo sono assenti per impegni casalinghi come Lorimer ed Antonelladilorenzo.
Quindi si parte con la Trek Mobile per la gita in una splendida mattinata novembrina ricca di sole e con una temperatura primaverile!
Devo dire che la tradizione dell'estate di San Martino viene ampiamente confermata.
Rinunciamo al navigatore, la strada è stata studiata a tavolino da Mario e per una volta facciamo all'antica, il viaggio si snoda tranquillo, niente traffico e visibilità ottima lungo la strada.
Dopo l'autostrada, uscita Como Nord, imbocchiamo la strada Regina e attraversiamo alcuni paesi lungo la sponda occidentale del Lario, ad un certo punto giungiamo ad Argegno, paese segnalatoci dall'ostessa del Rifugio Bugone e decidiamo di fermarci per prendere il caffè. Ci parcheggiamo sulla piazzetta principale, ricorda un po' Portofino, con le case colorate in stile 'Borgo Marinaro' con pastelli che variano dal rosa all'arancio, bellissime cromaticità baciate dal sole mattutino.
Sulla piazza scoviamo un bar da antologia, arredato con vecchi mobili e seduti ai tavoli dei vecchietti intenti a fare colazione leggendo il quotidiano, più che un bar sembra un vecchio caffè di qualche romanzo di Piero Chiara.
Veniamo tentati dalla vetrinetta dei dolci ed ordiniamo tre caffè accompagnati da altrettanti dolcetti, che vi devo dire, ne valeva la pena! Con Ciccio ci segnamo mentalmente tutte le coordinate, potrebbero tornare utili in qualche alto 'tipo di gita', ed ho detto tutto!
Riprendiamo e in un battibaleno giungiamo a Menaggio , imbocchaimo la salita che ci porta a Pigra e troviamo parcheggio sul bordo della strada, qui prendono inzio le operazioni propedeutiche all apartenza e poi via seguando le indicazioni per il 'Rifugio Menaggio'.
Il persorso inziale è dolce e poco impegnativo, passiamo attraverso un bosco di betulle che poi piano piano scompaiono cedendo il passo ad una vegetazione senza alberi, da qui cominciamo ad ammirare splendidi panorami sul lago di Domo, siamo fortunati, si vede fino a Lecco / lago di Garlate verso meridione, e si distinguono tutti i paesi attraversati durante il percorso fatto per ripercorrere il Sentiero del Viandante, sulla sponda Orientale.
Durante la salita, succede dell'incredibile, raggiungiamo e superiamo ben tre gruppi di escursionisti partiti prima di noi, devo confessare, che questo duro colpo accadeva sempre a noi nelle altre gite, ormai, anche se 'angelolinsubrico' non è d'accordo, siamo quasi diventati dei 'discreti' escursionisti.
Subito ptima del Rifugio Menaggio, veniamo raggiunti da una coppia, che in un primo momento ci 'succhia la ruota', poi in vista dell'arrivo, tagliando dritti ad un tornantino ci supera di gran carriera; la cosa non ci è piaciuta per nulla, se avevano fretta bastava chiedere strada, ma che volete farci.
Arriviamo al rifugio Menaggio e qui ci attende una brutta sorpresa, il rifugio è chiuso, per fortuna lo splendido panorama ci risolleva dalla delusione e riamandiamo a dopo la conta dei pani e dei pesci, infatti, contando sulla presenza del rifugio abbiamo portato poche provviste!
Dopo esserci saziati con la vista dello splendido panorama e tenuto sotto controllo Ciccio che insidiava la ragazza dell'ingrugnito che ci aveva superato precedentemente, ci apprestiamo a proseguire la gita, imbocchiamo la strada direttissima per il Monte Grona lasciando il passaggio per la Forcoletta per il ritorno.
L'attacco è tranquillo, poi piano piano il sentiero si fa sempre più duro, arriviamo ad uno spalto di roccia da dove, spettacolare, si gode all'improvviso la vista del Lago Ceresio,
bellissimo, da un lato il Lario
e dall'altro il Ceresio, uno spettacolo impareggiabile.
Per fortuna il panorama che ci tira su il morale, la strada è sempre più in 'piedi' con alcuni passaggi impegnativi fino a raggiungere un punto attrezzato con delle catene.
Ma alla fine siamo quasi in cima, ci manca solo l'ultimo pezzo, anche questo attrezzato con cavi fissati alla roccia, ma è fatta il Monte Grona (1736 m.s.l.m.) è nostro!
Sulla cima vediamo spuntare dall aparete a picco verso mezzogiorno, dei bergamaschi, ho chiestoconferma a Mario, che salivano per la ferrata CAO; io ho capito solo che si prendevano in giro a vicenda e alcuni passagi coloriti, per il resto ho dovuto attendere i sottotitoli a cura del traduttore Mario.
Comunque lasciate alle loro facezie il gruppo chiassoso di bergamaschi, ci siamo sistemati per mangiare; e qui c'è stata la divsione dei pani e dei pesci, Ciccio mi ha generosamente ceduto un pezzo di panino al 'brustel' ecologico/vegetariano ed io una pera abate, Mario era quello più attrezzato, per sua fortuna.
Foto di rito sul culmine del monte e alle prese con le corde in discesa, che spettacolo.
Prendiamo la strada per la Forcoletta, peccato che era tutta in ombra e con passaggi su stretto stadello con a sinistra un bello strapiombo, ho pensato all'amico Spatone, che con la sua 'vertigine' sarebbe di sicuro tornato indietro.
Arriviamo senza danni alla Forcoletta e poi proseguiamo raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno in direzione della graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m.
Poco prima della chiesetta scattiamo le foto storiche verso il Pian di Spagna ed il promontorio di Piona, poi ripieghiamo verso il rifugio Menaggio.
Nella discesa Mario inciampa in un sasso nascosto lungo il sentiero e ci fa prendere un bello spavento, infatti lo vediamo rotolare giù per un 5/10 metri verso valle, per fortuna in quel punto il pendio non era elevato, mannaggia che spavento!
Di buona lena raggiungiamo il rifugio, che al nostro arrivo vediamo aperto e presidiato da una sciura.
Dalla sciura veniamo a sapere che il gestore ha rinunciato e che il CAI di Menaggio, propietario dell'immobile, deve cercare un nuovo gestore.
Qui, Ciccio dimostra un animo da imprenditore, chiedendo informazioni sull'applato, chissà cosa avrà in mente!
Il tempo passa, è ora di rientrare, riempiamo le borracce presso la fonanella e riprendiamo la strada del ritorno.
In poco tempo raggiungiamo l'auto e partiamo per una breve visita di Menaggio e poi via per Milano!
Dimenticavo, Ciccio aveva intenzione di rilevare la gestione del rifugio, ma , alla stesura del menù, ci siamo accorti che qualcosa non avrebbe funzionato:
Minestra vegetariana
Brustel di soia
Pizzoccheri all'olio
poi , per gentile concessione:
Alici marinate
Alici fritte
Insalata di seppie
Fritturina dell'Adriatico
(questo, perchè a mia insaputa, mi ero trovato abile ed arruaolto nell'impresa!!!)
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APPROFONDIMENTI
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BREVE STORIA DELL'ESTATE DI SAN MARTINO San Martino di Tours Vescovo
11 novembre
Sabaria (ora Szombathely, Ungheria), 316-317 - Candes (Indre-et-Loire, Francia), 8 novembre 397
Secondo la tradizione avrebbe dato prova della sua carità e anche per il prossimo tagliando in due il suo mantello e donandone metà ad un povero. Si ritirò a Ligugé, presso Portiers, dove con un gruppo di discepoli, fondò il primo monastero, divenendo presto famoso in tutta la Gallia. Eletto vescovo di Tours (371), diffuse il cristianesimo in tutta la Gallia occidentale. Martino fu uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale; centinaia di parrocchie e di comuni presero il suo nome. E anche considerato il patrono dei soldati. Lottò con energia contro le eresie, l’idolatria e la supremazia.
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ANTOLOGIA LETTERARIA
San Martino
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
(Giosuè Carducci 19° secolo)
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FERRATA C.A.O.
La Via Ferrata, è ottimamente attrezzata ed è stata realizzata nel 1985 dal C.A.O. e dal C.A.I. Menaggio.
Si tratta di un percorso sicuro poiché si svolge per buona parte in cresta e, quindi, al riparo da cadute di pietre. Si consiglia tuttavia di munirsi di casco protettivo e di fare attenzione alla presenza sulla via di altri alpinisti.
Dislivello: 356 m
Difficoltà : occorre un minimo di esperienza arrampicatoria e buona pratica nell'uso degli attrezzi alpinistici
Tempo: 2 ore circa
Attrezzatura: set da ferrata, imbragatura, moschettoni a ghiera, qualche cordino, casco.
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PICCOLI ESCURSIONISTI CRESCONO