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23 DICEMBRE 2025 – SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DI ROGOREDO – ALZATE BRIANZA

  SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DI ROGOREDO – ALZATE BRIANZA

 



 

DAL WEB

 

Il santuario

Situato nelle vicinanze della grande brughiera del torrente Terrò, il Santuario della Beata Vergine di Rogoredo ad Alzate Brianza si trova in una delle valli più suggestive dell’alta Brianza.

Esso deve il proprio nome a un’effigie della Vergine dipinta nella prima metà del Cinquecento ed esposta all’epoca in una nicchia in un bosco di querce, forse per proteggere i viandanti che ai tempi percorrevano la valle, intimoriti dai banditi o dallo stesso Terrò.

L’affresco della Beata Vergine di Rogoredo

L’affresco della Beata Vergine di Rogoredo da cui il santuario prende il nome è di autore ignoto: sappiamo, però, che risale alla prima metà del XVI secolo poiché in alto mostra le lettere MDXXXIII, cioè 1533.

Il dipinto raffigura la Vergine con il Bambino in braccio, e denota uno stile popolare che è stato paragonato a quello della Madonna col Bambino del Santuario della Madonna di Lourdes di Monguzzo e a quello della Madonna del Bambino del Santuario della Madonna dei Miracoli di Cantù, entrambi situati a breve distanza da Alzate.

Su uno sfondo color porpora, la Vergine, dai lineamenti semplici, è seduta e indossa dei vestiti pudici, sobri e rigorosi, coerenti con i costumi dell’epoca in cui il dipinto fu realizzato.

In braccio tiene il Bambino, che non ha vestiti e viene allattato: la sua mano destra prende la mammella che gli darà il nutrimento; nella mano sinistra, invece, c’è un oggetto non riconoscibile, in apparenza di forma sferica (forse un frutto).

Si tratta, dunque, di un dipinto che rappresenta una Madonna profondamente umana e materna, che sorregge il bambino (anche ai piedi) e lo mostra a chi guarda.

Lo sguardo della Vergine non è rivolto al Bambino ma allo spettatore: come se l’autore del dipinto avesse tenuto conto del fatto che l’opera non sarebbe stata collocata in una chiesa, ma lungo una strada.

Oggi l’effigie è collocata sopra il tabernacolo e la mensa dell’altare barocco del santuario, dove sono custoditi (così come nella cappella laterale) parecchi ex voto, testimonianze della devozione popolare.

A proposito di ex voto, Luigi M. Gaffuri nel libro Alzate Brianza. Storia ambiente folclore li descriveva così: “quasi tutte opere di poche decine di centimetri, questi quadretti, perché un tempo dovevano trovar posto sulle pareti a fianco dell’altare, bene in vista, dove l’episodio sacro assumeva l’aria del fatto di cronaca”.

Gli ex voto, insomma, non erano gesti di culto privato, ma venivano pensati e realizzati per essere esposti alla collettività. Un tempo “i devoti si rivolgevano al pittorucolo del paese, e lui provvedeva a preparare, secondo uno schema ben definito, il dono per il santuario”.

Sugli ex voto si raffiguravano incidenti evitati, disastri scongiurati e storie il cui lieto fine era sempre attribuito all’intervento della Vergine invocata. La donna precipitata dal balcone, l’incontro con i briganti, il muratore caduto dall’impalcatura, l’incendio: tutto, alla fine, si risolveva grazie alla Madonna di Rogoredo.

La storia del santuario

Come ti ho detto, il dipinto della Madonna con Bambino era stato realizzato in origine nelle vicinanze di un muretto diroccato accanto alla strada che congiunge(va) Alzate e Brenna: in questo luogo erano presenti delle querce, da cui il nome Rogoredo, che vuol dire appunto “querceto” (da “rogur”, termine che in dialetto indica la quercia).

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