Bellissimo percorso, anche perchè trovato quasi per caso, in una finalmente bella giornata di sole di questo giugno così piovoso.
L'idea è di dare un'occhiata ai Piani di Artavaggio senza la neve e di salire sul Sodadura: le guide lo definiscono molto panoramico e quindi ci provo.
Arrivo alla cima della funivia e, abituato ai sentieri svizzeri deserti, mi sembra di essere in Piazza Duomo la vigilia di Natale... e sarà così per tutta la giornata.
Mentre la fiumana di gente inizia a salire verso il rifugio Nicola, mi attardo un po' per avere un po' di pace e camminare da solo. Inizio a chiacchierare con un pastore che sta sistemando un recinto, dopo un po' la domanda fatidica: "quale è il sentiero migliore per salire al Sodadura?" Risposta glaciale:" Se te ghe i gamb, va su per la cresta!" e mi indica la parte destra del monte.
Non me lo faccio ripetere due volte e mi lancio nell'avventura, anche perchè non c'è nessuno, la gente sta salendo dall'altra parte...
Infatti capisco subito il perchè: non c'è neppure il sentiero, si sale sul pratone dritto per dritto!
Arrivo in cima e in effetti il panorama merita la fatica: il Resegone, le Grigne, Il Pizzo dei Tre Signori, lo Zuccone Campelli e poi le cime bergamasche sullo sfondo: che spettacolo!
Poco dopo vengo raggiunto da un altro escursionista che è salito dalla stessa mia parte (avrà incontrato il pastore anche lui?). Mi racconta che la settimana scorsa ha fatto l'Anello dei Campelli, che gira tutto intorno allo Zuccone Campelli e in 4 ore lo si fa. Guardo l'ora, è presto, dovrei farcela e decido di provarci!
Scendo dal Sodadura dalla parte sinistra (incrocio un gruppo di bambini delle elementari che salgono!), passo accanto al Nicola e al Cazzaniga e imbocco il sentiero.
In effetti è bellissimo: il panorama è immenso, a sinistra i pinnacoli selvaggi dello Zuccone, a destra montagne a perdita d'occhio. Dopo un paio d'ore di buon passo, arrivo in cima alla Bocchetta dei Mughi (punto più alto dell'Anello).
Da qui scendo a precipizio verso i Piani di Bobbio, poi risalgo un po' e raggiungo il rifugio Lecco.
Ora di pranzo, purtroppo il rifugio è chiuso per lavori e mi devo accontentare dei panini.
Riparto, un cartello mi indica 1.50 ore per i Piani di Artavaggio per il Sentiero degli Stradini, che completa l'Anello. Per fortuna la giornata è ventilata, non c'è un filo d'ombra!
Arrivo finalmente in vista del rifugio Cazzaniga, ma è molto più in alto e mi devo arrampicare per mezz'ora di salita ripida! Arrivo finalmente in cima, ho paura di perdere l'ultima corsa della funivia per scendere e quindi scendo a passo di Bersagliere fino ai Piani, ma ce la faccio e salgo d'infilata sulla funivia che sembra quasi fosse lì ad aspettarmi: ce l'ho fatta!
Per premio mi concedo un gelato enorme alla pasticceria di Arosio, e che diamine!
Mario, bel racconto, degno delle cronache dei primi post. Ma alla fine a che ora sei partito, dopo l'ascesa al Sodadura e mezzo giro eri ancora in orario di pranzo!!! Io mi prenoto per la salita dalla parte sinistra, visto che l'hanno effettuata i bambini delle elementari e considerate le mie attuali condizioni, forse ce la potrei fare!!! :)
RispondiEliminaP.S.- ma il pastore aveva il bagliore tipico detto: 'l'occhio del rifugista'; quando ti ha indicato la strada???
ciaooooooo
Piu' che altro aveva il sorriso beffardo mentre pensava: "ora questo milanese lo sistemo io!"
RispondiEliminaquesti pastorelli :-)
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