Vescovo e Martire Patrono di Ancona
Fece ritrovare la Croce di Gesù sul Monte Calvario
San Ciriaco è festeggiato il 4 maggio. Era un rabbino ebreo, che si convertì al cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le altre due erano dei due ladroni).
San Ciriaco è festeggiato il 4 maggio. Era un rabbino ebreo, che si convertì al cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le altre due erano dei due ladroni).
Divenne Vescovo di Ancona e morì martire a Gerusalemme.
Una recentissima rilettura degli Atti e la ricognizione canonica del suo corpo ha confermato la tradizione costante. Egli era un Ebreo, nato a Gerusalemme; aiutò Sant'Elena, la madre di Costantino, a ritrovare la Croce di Gesù. Convertitosi, ebbe la dignità di Vescovo e come sede, Ancona: eletto probabilmente a tale incarico per la sua partecipazione al ritrovamento della croce, e trovandosi in Ancona al tempo della vacanza della Cattedra di questa città. Morì a Gerusalemme, dove si era recato in pellegrinaggio, al tempo dell'imperatore Giuliano l'Apostata, il 4 maggio 363. La sua salma venne trasferita in Ancona a cura e per iniziativa di Galla Placidia, circa settant'anni dopo. Con San Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un incantatore di serpenti, Ammonio.
Del Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte, avvenuta a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e degli Atti anche da un testo della prima metà del sec. VI, in cui è riconosciuto come pastore ottimo di popoli cristiani.
Una recentissima rilettura degli Atti e la ricognizione canonica del suo corpo ha confermato la tradizione costante. Egli era un Ebreo, nato a Gerusalemme; aiutò Sant'Elena, la madre di Costantino, a ritrovare la Croce di Gesù. Convertitosi, ebbe la dignità di Vescovo e come sede, Ancona: eletto probabilmente a tale incarico per la sua partecipazione al ritrovamento della croce, e trovandosi in Ancona al tempo della vacanza della Cattedra di questa città. Morì a Gerusalemme, dove si era recato in pellegrinaggio, al tempo dell'imperatore Giuliano l'Apostata, il 4 maggio 363. La sua salma venne trasferita in Ancona a cura e per iniziativa di Galla Placidia, circa settant'anni dopo. Con San Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un incantatore di serpenti, Ammonio.
Del Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte, avvenuta a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e degli Atti anche da un testo della prima metà del sec. VI, in cui è riconosciuto come pastore ottimo di popoli cristiani.
Testo che era conosciuto a Costantinopoli ed usato nella liturgia del Venerdì Santo o in quella della festa della Croce che si celebrava nella Quaresima, composto da Romano il Melode, diacono della stessa Chiesa. San Ciriaco morì a Gerusalemme dove si era recato per visitare i Luoghi Santi. Si cercò prima di convincerlo ad aderire al paganesimo; di fronte alla sua costanza della Fede si tentò di piegarlo inutilmente con diversi tormenti, sino a versargli piombo fuso in bocca ed essendo a questi sopravvissuto, ebbe la morte percuotendo il suo capo con un ferro, forse una roncola, procurandogli una frattura cranica.
Questi tormenti sono stati accertati dagli esami radiologici e chimici eseguiti nella ricognizione delle spoglie, avvenuta nel 1979.
La salma del Martire fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo Stefano - richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora riposa.
Il corpo di San Ciriaco è INCORROTTO da 1700 anni.
La salma del Martire fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo Stefano - richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora riposa.
Il corpo di San Ciriaco è INCORROTTO da 1700 anni.
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