venerdì

08 OTTOBRE 2010 - PASSO DEL FURLO

Ciao
eccoci a trattare un angolo dell'Italia nascosta e fuori dai grandi giri turistici.
Questa volta la Galleria del Furlo, splendido esempio di ingegneria romana lungo la via Consolare Flaminia.
Vi suggerisco di farci un acapatina, Alecremo prendi nota.
La galleria è stata scavata dai romani, colpi di scalpello e mazzetta, si può percorrere per la sua lungezeza utilizzando un comodo passaggio pedonale.
Da vedere, vi raccomando anche il paesaggio circostante, la gola realizzata dall'erosione del fiume è splendida.


Come al solito, in calce l'approfondimento tratto dal web.

Ave atque vale.



DAL WEB:

La gola o passo del Furlo è una gola situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano affluente del Metauro nella provincia di Pesaro-Urbino.
La  forra si è formata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), grazie alla forza erosiva del fiume Candigliano, nei millenni ha raggiunto una notevole profondità che ora non è più visibile grazie alla diga, costruita nel 1922, che ha reso l'impetuoso corso d'acqua un placido lago.
Con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 6 febbraio 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno 2001, Serie Generale n.134, è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del Furlo.



La galleria

Per consentire un più agevole passaggio di persone e veicoli, fu fatta scavare, dall'imperatore Vespasiano, una galleria nel punto più stretto della gola che fu detta petra pertusa o forulum (piccolo foro), da cui "Furlo"; accanto ad essa si trova un precedente varco di epoca etrusca lungo 8 m, largo 3,30 m, alto 4,45 m e una piccola chiesetta detta della Botte, un tempo abitata da un eremita.


Al disopra dell'ingresso nord-orientale è ancora visibile l'iscrizione: IMP. CAESAR AUG. – VESPASIANUM PONT. MAX – TRIB. POT. VII IMP. XVII PP. COS. VIII – CENSOR FACIUND CURAVIT (l'ultima asta dell'VIII è probabilmente un'aggiunta), che stabilisce il compimento dell'opera tra il 76 e il 77 d.C. La galleria è lunga 38,30 m, larga al massimo 5,47 m, alta 5,95 m; è tutta scavata nel calcare compatto mediante scalpello, di cui si vedono i tagli a gradina ed è senza rivestimento.


Negli anni ottanta del novecento, per il traffico veloce, il Passo del Furlo è stato bypassato dalla superstrada con due nuove gallerie lunghe ben 3391 m, restituendo la gola alla gioia dei suoi estimatori.



Storia
Di qui passò l'imperatore romano Onorio nel 404, dopo la vittoria sui Visigoti di Alarico, per recarsi al trionfo di Roma. Vitige nel 538, in piena guerra gotica, fortificò il passo, fece chiudere i due accessi alla galleria e vi pose un presidio di 400 Ostrogoti, che furono poi vinti dai soldati di Belisario facendo precipitare dall'alto grossi macigni. In seguito occupato da Totila, fu potentemente fortificato, ma nel 553 lo conquistò Narsete.
Tra il 570 e 578, il passo venne preso dai Longobardi che ne distrussero le fortificazioni.

Nei secoli seguenti pare che la via Flaminia venisse quasi abbandonata: vi passarono nel 1502 Lucrezia Borgia recandosi a Ferrara e nel 1506, con difficoltà, Giulio II che andava all'impresa di Bologna. Ancora nel principio del '700 il transito era difficile e pericoloso e solo nel 1776 il passo e la strada vennero riattati. Tra il 23 maggio e il 12 giugno 1849 i soldati della Repubblica Romana, comandati dal colonnello L. Pianciani, opposero resistenza all'esercito austriaco.



Durante la seconda guerra mondiale, il Furlo visse momenti di tensione ma non fu teatro di feroci scontri. Gli anni settanta furono invece anni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall'attività delle cave di pietra.




Curiosità
Negli anni trenta la Guardia Forestale locale costruì ai margini delle pendici del monte Pietralata, a ridosso della gola, il profilo del Duce. Un omaggio in onore di Benito Mussolini che attraversava spesso la gola nei suoi spostamenti tra Roma e il nord Italia. Il monumento, che fu minato e distrutto dai partigiani durante la guerra, ai giorni nostri è soltanto parzialmente riconoscibile.

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