domenica

17 OTTOBRE 2010 - CARATE BRIANZA

La mia giornata inizia presto, ore 6:25, come in un giorno di lavoro, dal momento che la sempre nutrita partecipazione rende difficile trovare un parcheggio. Prima cosa, guardo fuori dalla finestra e, accidenti, piove ancora... ha iniziato nel pomeriggio della giornata di sabato e non ha ancora smesso; faccio una veloce colazione, mi fiondo a Carate e mi trovo già nel traffico di chi cerca un posto, ma per un caso fortunato
trovo un posteggio a 10 metri dall'ingresso della villa che fa da punto di partenza. Non so perchè nessuno si sia fermato ma non sto a farmi domande, corro ad iscrivermi ed alle 7:45 in punto esco dal tendone delle iscrizioni e inizio a correre. E' subito chiaro che la pioggia non ha alcuna intenzione di smettere, come anche che bisognerà fare particolare attenzione nelle salite/discese nei numerosi tratti boschivi.




Me la prendo comoda, la non perfetta condizione fisica mi consiglia prudenza, per cui comincio piano e poi rallento :-) Il percorso si libera un pò dopo aver passato i bivi per i percorsi di 7, 13 e 18 chilometri, diciamo che meno gente c'è e più è sicuro correre nelle discese fangose, ogni tanto qualche mucchio di ricci di castagne fa da morbido tappeto al mio incedere, la pioggia continua a cadere,
anche se correndo non ce se ne accorge, a volte mi rendo conto che piove solo guardando le pozzanghere nei sentieri che attraversano campi e  prati. Incontro l'amico Fabrizio, di Milano, facciamo qualche centinaio di metri insieme, poi su una salita rimane indietro, mi volto a  salutarlo e poi di nuovo via, ci ritroveremo probabilmente alla Milano-Pavia. 
Si giunge finalmente al bivio per i 25 chilometri, qui il grosso dei corridori se ne va, di un plotoncino  di una decina di persone rimango l'unico a proseguire sul percorso lungo. Sbaglio strada un paio di volte, la pioggia ha cancellato i segni fatti col gesso e bisogna fare affidamento solo sulle frecce in plastica, a volte insufficienti. La pioggia ed il fango ormai sono dappertutto,  non ho più un centimetro di pelle asciutta, ma si sapeva, poi comunque non fa freddo. Faccio un pò di strada con un'altra persona, poi arriviamo al bivio per i 33 chilometri ed anche lui sceglie la via più breve, rimango proprio solo ed il percorso si snoda per campi e prati,  sembra non ci sia nessuno per chilometri e chilometri. E' questa la condizione che più porta il podista all'introspezione ed all'unione con  la natura, a sentirsi parte di un tutto, pioggia e fango compresi. Ogni tanto compare qualche ristoro predisposto dall'organizzazione, con persone sempre gentili che  stanno ore ed ore ad aspettare che qualche desperados si faccia vivo, ci sono dei ristori in mezzo ai campi, dove sono passati solo i pochi che hanno fatto la 42 e queste persone hanno atteso pazientemente tutta la mattinata. Davvero il costo dell'iscrizione (6 euro col "premio"  individuale, altrimenti 2 euro) è veramente irrisorio se si pensa all'organizzazione si è messa in moto. Ma soprattutto non hanno prezzo i  sorrisi e gli incoraggiamenti delle persone ai ristori o di quelle poste a presidiare i bivi (altro compito ingrato) 
Ad un certo punto Il percorso costeggia per un lungo tratto il Lambro, gonfio delle piogge e sempre "profumato" nonostante sia domenica. Comunque, nonostante l'odore non proprio di gelsomino, benedico la ciclabile lungo il fiume, dal momento che qui i dislivelli sono contenuti, vedo il cartello del trentesimo chilometro, le scarpe bagnate ed infangate si sono fatte pesanti, come le gambe che sembrano ormai dei tronchi, capisco come si sentirebbe Pinocchio a dover camminare con delle gambe di legno! 
Arrivo ad un ristoro e mi mangio una barretta, bevo del the caldo e le cose vanno meglio,  si corre un pò su asfalto per poi arrivare ad un salitone in un bosco che mi costringe a camminare per una cinquantina di metri, complici il fango ed un paio di concorrenti in evidente difficoltà che non trovano di meglio che fermarsi in mezzo al sentiero.

Manca solo qualche chilometro, ora si corre prevalentemente su asfalto o su sterrati "buoni", senza fango o pozzanghere, la pioggia torna a farsi intensa per un pò, ma ormai sono alla fine, rientro nel tendone dove mi danno la meritata maglietta del trentennale e due bottiglie di vino. In poco tempo sono alla macchina dove indosso dei vestiti asciutti e poi a casa, per la tanto agognata doccia calda.


L'uomobionico Mauri

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